Dopo la decisione di far partire da Gerusalemme questo 101° Giro d’Italia, si era pensato a Roma come ideale sede conclusiva, in una sorta di gemellaggio tra due città simbolo della spiritualità religiosa. Un’idea suggestiva e intrigante, peccato che la 21ª e ultima tappa nella Città Eterna sia stata un flop clamoroso, almeno dal punto di vista tecnico e sportivo, e abbia in parte guastato lo spettacolo di un Giro che per tre settimane aveva entusiasmato e tenuto con il fiato sospeso per l’esito finale.

Strade pericolose

L’ultima tappa prevedeva 10 giri di 11,5 km ciascuno nel centro storico di Roma, con passaggi suggestivi sotto il Colosseo, piazza del Popolo e arrivo ai Fori Imperiali. Voleva essere la risposta italiana al tradizionale circuito finale del Tour de France lungo i Champs Élysées di Parigi, ma è stata rovinata dall’ammutinamento da parte dei corridori fin dal primo passaggio. E’ stato Elia Viviani, il vincitore della classifica a punti, a farsi portavoce presso la giuria del malcontento del gruppo per le condizioni di sicurezza lungo il percorso, ritenute insufficienti. Nel mirino dei corridori, molti dei quali hanno anche sgonfiato parzialmente i tubolari per scongiurare cadute, c’erano in particolare il selciato in sampietrini, sconnessi e scivolosi, alcune buche, gli spartitraffico al centro della carreggiata e le condizioni in generale del fondo stradale, giudicate troppo pericolose. A un certo punto anche Froome ha affiancato l’auto della Giuria, minacciando di far fermare la gara se non fossero state accolte le richieste dei corridori. Che infine sono stati accontentati: neutralizzazione dei tempi della tappa dopo soli 3 giri, dunque 34,5 km appena, e corsa amputata addirittura di 80 km. Quindi Giro finito, almeno per la classifica finale, dopo meno di un terzo del percorso.

Raggi: «Un giorno di festa»

Il grottesco è che, esaudita la richiesta del gruppo, la tappa si è comunque animata alla ricerca della vittoria di giornata e si è conclusa con una volata vera (ma il percorso non era pericoloso?), vinta da Sam Bennett, davanti a Viviani e Drucker, in un contesto da fiera paesana. Perché a un certo punto la testa del gruppo, protesa nella preparazione dello sprint, ha addirittura doppiato alcuni corridori che dopo la neutralizzazione se l’erano presa comoda. E la maglia rosa Chris Froome, festante insieme con i suoi compagni, ha concluso a oltre 17’ da Bennett, ben sapendo che tanto il distacco sarebbe stato cancellato. «Spiace il tentativo di trasformare tutto in continua polemica - ha commentato la sindaca di Roma, Virginia Raggi -: resta un momento di sport ad altissimo livello per migliaia di cittadini, appassionati e turisti che hanno assistito alla gara in una cornice unica al mondo» e su un tracciato, purtroppo, altrettanto unico.

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