Eventi estremi più frequenti o più intensi?

PAKISTAN_FLOODS

Il verificarsi di determinate situazioni meteorologiche estreme, come ondate di calore, siccità persistenti o alluvioni, dipende principalmente da come si orientano le correnti atmosferiche, mentre la loro intensità risente soprattutto delle caratteristiche di temperatura/umidità dell’aria e degli scambi energetici con la superficie. Semplificando al massimo, potremmo dire che la frequenza degli eventi dipende dalla dinamica delle masse d’aria, mentre la loro intensità dalla termodinamica dell’aria e dei flussi aria-suolo.

Ora, la dinamica delle correnti atmosferiche è estremamente complessa sul nostro pianeta così vario e articolato, tanto che è molto difficile fornire proiezioni affidabili di come queste si presenteranno su singole zone del globo in scenari climatici futuri. D’altro canto, la parte "termodinamica" dei nostri modelli è molto più robusta e ci permette di inferire l’intensità dei fenomeni, qualora questi si verifichino.

Così, da qualche tempo, la ricerca sui fenomeni estremi in scenari climatici futuri si concentra su questo aspetto. Ad esempio, recentemente è stato pubblicato un articolo sulla rivista internazionale  Climatic Change in cui Gerard van der Schrier, dell’Istituto di meteorologia olandese, e collaboratori hanno studiato le alluvioni avvenute in Pakistan nel 2010, che hanno causato più di 1500 morti e 15 milioni di senzatetto (si veda la foto delle migrazioni interne in testa al post), cercando di capire come potrebbero trasformarsi in un mondo più caldo.

Per far ciò, hanno adottato un modello climatico in cui hanno forzato l’avvenire di situazioni di circolazione come quelle del 2010, quando le alluvioni in Pakistan erano collegate con ondate di calore fortissime sull’Europa orientale e in Russia. I ricercatori hanno quindi indagato quanto sarebbero cambiate – in queste situazioni – le precipitazioni a fine secolo per uno scenario futuro in cui non si attuino misure di riduzione delle emissioni di gas serra, il cosiddetto business as usual.

Il risultato ha visto un aumento di precipitazioni in Pakistan che va dal 50 al 100% rispetto allo scenario di controllo con gli influssi antropici tenuti al valore presente. Pertanto, se si dovessero ripresentare situazioni di correnti d’aria come quelle del 2010, che non sono uniche nella storia della climatologia osservativa, le conseguenze in termini di alluvioni sarebbero molto più devastanti.

Eventi sicuramente più intensi, dunque. Anche più frequenti? Oggi non abbiamo ancora una risposta affidabile a questa domanda. La ricerca prosegue.

6 commenti RSS

  • Mi sembra che si possa fare un parallelismo con il post sul tornado di Taranto:
    http://pasini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/10/16/tornado-violenti-nel-mediterraneo-e-temperatura-del-mare/

    Vale a dire che un mare mediamente più caldo significa più energia a disposizione per il verificarsi di fenomeni estremi, ma ovviamente questi si verificano soltanto se la configurazione dinamica lo consente.
    Quindi anche se non sappiamo dire molto sulle configurazioni dinamiche future avremo comunque condizioni termodinamiche consone al verificarsi di fenomeni più intensi...

  • http://www.lescienze.it/news/2018/04/24/news/civilizzazione_preumana_terra-3954953/

    così magari ci diamo tutti una ri-dimensionata. Ma anche no. Non è obbligatorio. :)

  • Esperienze personali : Alto Appennino Bolognese, i giorni ventosi sono aumentati di numero cioè vi sono più giorni con presenza di vento, spesso continuativo per varie settimane . L' intensità di questi venti e la loro violenza sta creando diversi problemi a strutture edilizie abbastanza datate e, quindi, costruite in condizioni più "normali" . La massima intensità registrata pochi mesi or sono sembra sia stata di 238 Km/h .

  • "Semplificando al massimo, potremmo dire che la frequenza degli eventi dipende dalla dinamica delle masse d’aria, mentre la loro intensità dalla termodinamica dell’aria e dei flussi aria-suolo."

    Messa in questo modo, oltre alle restanti considerazioni del post, parrebbe che tra le frequenze degli eventi e l'intensità dei medesimi, attualmente, non sia possibile definire una relazione fattiva. Quasi fossero realtà praticamente indipendenti una dall'altra.
    Sono io che non ho capito bene o è proprio così?

  • Antonello Pasini 26 aprile 2018 alle 14:16

    @yopenzo
    Potrei dire che spesso è così, ma non sempre.
    Un unico controesempio: prendiamo eventi meteorologici che avvengono solo sopra una determinata soglia di temperature del mare. In presenza di condizioni di circolazione favorevoli, il passaggio da zero eventi ad un certo numero di eventi dipende dal superamento di quella soglia. E' presumibile che con il riscaldamento globale quella soglia venga superata più frequentemente. In questo caso specifico, allora, a parità di frequenza delle condizioni dinamiche che favoriscono il fenomeno, quelle termodinamiche dei flussi aria-mare favoriscono anche un aumento di frequenza, oltre che, ovviamente, di intensità.

  • Grazie per la risposta.