Un'altra seduta brillante permette a Piazza Affari di chiudere la settimana confermandosi nuovamente sul tetto d'Europa. Il Ftse Mib ha terminato giornata di contrattazioni in rialzo dello 0,53% a 23.429 punti, al di sopra di Parigi (+0,52%), Londra (+0,17%) e Francoforte (+0,32%). Proprio dalla Germania è arrivato l'accordo preliminare per la formazione della nuova Grande Coalizione di governo tra l'unione cristiano democratica (Cdu/Csu) e il partito social-democratico (Spd). La direzione del partito guidato da Schultz ha approvato infatti a stragrande maggioranza l'accordo col partito di Angela Merkel. La bozza di programma dell'esecutivo di coalizione dovrà essere ora approvato dai 600 delegati che si riuniranno a Bonn il 21 gennaio e successivamente dagli oltre 400mila membri del partito.
Di riflesso lo spread ha chiuso in forte contrazione al di sotto dei 150 punti base a quota 145,687 punti base, rispetto ai 152,495 della chiusura di ieri. Continua invece ad avanzare l'euro, che si apprezza ulteriormente nei confronti del dollaro con il cross al di sopra della soglia di 1,21 a 1,2131, spinto sia dalle vicende politiche tedesche, sia dall'atteggiamento più "falco" della Bce emerso dalle minute pubblicate ieri. "I guadagni odierni dell'euro potrebbero proseguire, sulla scia dell'accordo preliminare per la formazione della nuova Grande Coalizione di governo in Germania", ha affermato Jeremy Stretch, strategist di Cibc, sottolineando che la bozza di intesa sembra mostrare che le priorità del partito social-democratico stiano guadagnando terreno nell'agenda del futuro esecutivo tedesco a scapito di quelle dell'unione cristiano democratica. "In particolare, i mercati potrebbero veder di buono occhio il blocco all'aumento dell'aliquota massima di imposta voluto dall'Spd", ha concluso l'esperto.
"Il dollaro ha tratto un beneficio molto contenuto dalla pubblicazione dei dati macro abbastanza positivi sull'inflazione e sulle vendite al dettaglio di dicembre negli Stati Uniti", ha affermato Roberto Mialich, economista valutario di Unicredit, sottolineando che il mercato ha già assunto posizioni piuttosto lunghe sul cambio euro/dollaro e che il trend rimarrà rialzista a meno di novità sostanziali.
Sul fronte macro, l'attenzione degli investitori oggi si è concentrata sui dati riguardanti l'inflazione negli Stati Uniti a dicembre. Se da un lato l'indice generale si è attestato leggermente sotto le aspettative, crescendo a dicembre dello 0,1%, contro lo 0,2% atteso dal consenso, non ha deluso invece il dato core, monitorato attentamente dalla Federal Reserve, che ha registrato un aumento dello 0,3% su base mensile, battendo le attese degli economisti (+0,2%). In Italia, invece, a novembre la produzione industriale è rimasta invariata rispetto a ottobre, mentre rispetto allo stesso periodo del 2016 ha subito un incremento del 2,2%.
A Piazza Affari sugli scudi il trio Fca- Cnh- Exor. La prima ha ridotto i guadagni terminando la seduta in rialzo dello 0,68% a 19,13 euro, dopo aver annunciato un investimento da un miliardo di dollari per lo spostamento della produzione dei furgoni pesanti Ram dal Messico al Michigan, tutelandosi dai possibili cambiamenti alla normativa Nafta proposti dall'amministrazione Trump. Di riflesso hanno brillato Exor (+1,5% a 61,1 euro) e Cnh (+2,5% a 12,31 euro) aiutata dalle notizie sulle nuove commesse.
Solido anche il comparto bancario con Intesa (+1,27% a 3,026 euro), Unicredit (+0,92% a 17,47 euro), Bper (+1,02% a 4,56 euro), Banco Bpm (+1,32% a 2,92 euro) e Banca Generali (+1,46% a 29,2 euro). In controtendenza Mediobanca (-0,31% a 9,77 euro), che ha siglato con Ibm un accordo per la gestione dell'infrastruttura It e l'accelerazione della trasformazione digitale. L'intesa pluriennale tra le due parti punta allo sviluppo di un'infrastruttura It agile, integrata e caratterizzata da alti standard di sicurezza, oltre a garantire una partnership strategica in ambito tecnologico in grado di supportare il percorso di crescita del gruppo.
Bene, tra le utilities, Enel (+0,48% a 5,245 euro) in seguito alle rassicurazioni di Equita Sim in merito alle critiche avanzate dalla Cnmc spagnola sui costi della distribuzione elettrica in territorio iberico, e Snam (+0,35% a 4,064 euro), che ha riavvitato il programma di buyback. In positivo anche il resto del settore con A2a (+0,13% a 1,522 euro), Italgas (+0,08% a 4,874 euro) e Terna (+0,04% a 4,878 euro).
In rosso Leonardo (-0,18% a 10,85 euro), che ha annullato i guadagni di metà seduta. La società ha ottenuto la vittoria del più importante progetto del primo bando di gara sulla sicurezza marittima emanato dall'Unione europea, Ocean 2020, nell'ambito del programma "Preparatory Action on Defence Research".
Nel settore del lusso, in ripresa S. Ferragamo (+1,64% a 22,26 euro) dopo le recenti bocciature da parte delle primarie case d'affari. Sul titolo si è riacceso l'appeal grazie allo spin-off di Puma. Mentre Ynap ha terminato in ribasso dello 0,34% a 29,56 euro nonostante la conferma della fiducia da parte di Jefferies (rating buy con target price a 29,64 euro) e l'imminente avvio di un nuovo hub nel Pavese.
Fuori dal listino principale, in luce Piaggio (+6,19% a 2,64 euro) che ha ricevuto commenti positivi da parte degli analisti dopo il dato delle
vendite in India di dicembre, mentre Astaldi ha chiuso in ribasso del 4,76% a 3 euro in seguito a prese di profitto dopo i recenti recuperi.
Infine, da segnalare Autogrill (+0,71% a 11,33 euro). Nonostante la riduzione dell'utile per azione 2018-2020 per l'effetto dei cambi, Jp Morgan ha aumentato il prezzo obiettivo sul titolo da 8,2 a 10 euro per le più alte previsioni di crescita a medio termine dei flussi di cassa, dal 3,5% al 4,5% (rating confermato a neutral).