Un profondo legame univa la scrittrice israeliana Nava Semel, morta sabato 2 dicembre a 63 anni per una grave malattia, con la provincia Granda. Nel 2007 era arrivata a Borgo San Dalmazzo, da Torino, e l’allora assessore alla Cultura del Comune, Luisa Giorda, con la scrittrice fossanese e studiosa di ebraistica, Maria Teresa Milano, l’avevano condotta ad Andonno di Valdieri, sui luoghi dove i coraggiosi valligiani avevano nascosto, dall’autunno del 1943, gli ebrei in fuga da St. Martin Vésubie.

«Mi ricordo che camminava tra le vie strette, sollevando lo sguardo verso le finestre delle abitazioni. Le sembrava di cogliere gli sguardi di quelle donne, vecchi e bambini nascosti, dietro le tendine», dice Luisa Giorda. L’emozione, per Nava, si trasformerà dopo una gestazione di sette anni, in un romanzo, ambientato in quel paesaggio: «Testa storta». Lo presentò nella sala don Viale, a Borgo San Dalmazzo, il 26 gennaio 2014, poco prima d’incamminarsi per la «Marcia dei lumini» che ogni anno ricorda le vittime della Shoah, nella Giornata della Memoria.

Aggiunge Maria Teresa Milano: «Fui io a parlarle degli ebrei di Borgo. Nava era venuta a Torino, invitata da Angelo Pezzana e altri amici, nel 2007, in occasione della traduzione del suo romanzo “I segreti del cuore’’ fatta da me da Sarah Kaminski. Era rimasta affascinata dalle montagne. Allora le raccontai quella storia che poi le ha ispirato il romanzo. Quando si era messa a scriverlo, mi mandava le bozze: una volta aveva fatto di Borgo un produttore di Barolo! Ne avevamo riso».

Il pubblico che quel pomeriggio di tre anni fa era presente in sala, ricorderà la vivacità e la passione che Nava Semel sapeva trasmettere ai suoi lettori.

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