Dopo l'umiliazione per i Mondiali mancati c'è il supplizio delle pacche sulle spalle. Ogni squadra che ci incrocia condivide il nostro lutto e lo stupore è sincero, la voglia di rincuorarci genuina, il rammarico per la nostra assenza del tutto credibile, solo che per noi è una fatica assoluta.

Juventus-Barcellona poi è un vago richiamo di quella Spagna-Italia che ci ha devastati e ha segnato la fine di ogni speranza, così si riparte da un confronto che ovviamente è lontano anni luce da quello tra le due nazionali, ma comunque lontano parente e allora i riferimenti arrivano facili. Il tecnico dei blaugrana Valverde la prende larga: "La Juve è arrivata in finale di Champions due volte in tre anni. l'anno scorso ha battuto il Barcellona, significa che di avversarie ne ha messe dietro parecchie in questo periodo, per me resta tra le migliori d'Europa", poi arriva l'inesorabile tentativo di consolazione "L'Italia non va ai Mondiali, non succedeva da un'eternità quindi sembra una cosa enorme. A volte bisogna fare dei passi indietro, anche dolorosi, per andare avanti. Oggi pensate che serva la rivoluzione, magari serve solo del tempo". Incassiamo queste attenzioni filosofiche che in realtà ci riportano dentro l'incubo e passiamo agli attestati di stima di Rakitic.

Il centrocampista del Barcellona, qualificato ai Mondiali con la Croazia, si lancia in improbabili affettuosi scambi: "Vedere Buffon piangere dopo i playoff persi mi ha commosso. Non è giusto che un portiere che ha fatto la storia chiuda la carriera in nazionale così, potessi gli darei il mio Mondiale. Dovrebbe andarci al mio posto. Se chiedi a un bambino di disegnare la formazione ideale, il numero uno è lui". Generoso, partecipe, solo che persino il coccolato Buffon risponde scettico: "Caro Rakitic, posso giocare come portiere, ma nel tuo ruolo e nella Croazia... non sarebbe una grande idea, lo dico per te. Comunque grazie. La mia maglia ti aspetta". E via, altro giro di mestizia, dietro all'incoraggiamento tutte le fitte che riemergono. Da qui alla lunga estate. Sarà durissima.  

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