La cucina vegetariana stellata arriva a Torino. Succede stasera - 20 ottobre- al Circolo della Stampa di Torino, in una cena a sei mani che è già entrata nella storia gastronomica cittadina. Protagonista dell’evento è Pietro Leemann, chef patron del ristorante Joia di Milano, primo ristorante vegetariano europeo ad aver ricevuto una stella Michelin nel 1996 e unico stellato vegetariano in Italia. Con lui, Antonio Chiodi Latini, chef portavoce di una cucina vegetale-integrale che dal suo temporary di Villa Somis è approdato in via San Quintino e lo chef resident di Palazzo Ceriana Mayneri, Marco Inglese.

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La cena nasce per volontà di Slow Food Torino e del suo fiduciario Oliviero Alotto: «Alcuni mesi fa sono rimasto colpito da una dichiarazione di Leemann riportata da La Stampa in cui affermava che il futuro è anche nella cucina vegetariana e che presto Slow Food avrebbe iniziato a parlare di questi temi». L’invito allo chef svizzero non si è fatto aspettare. Così si è sviluppata l’idea di una cena in cui tutto ruota intorno al mondo vegetale: «Ho accolto volentieri l’invito – spiega Leemann – perché Slow Food si occupa da sempre della difesa dei contadini e dell’ambiente e la cucina vegetariana è il fiore all’occhiello di questo processo, di un rigore alimentare e agricolo. Torino, poi, ha una tradizione vegetariana molto forte, basti pensare alle tante aziende biologiche nate qui. È in atto, in città, un risorgimento dello spirito vegetariano: lo testimoniano i tanti locali che hanno aperto, il lavoro di Antonio Chiodi Latini, i nuovi spazi come Edit che, con Lavazza, proporrà i miei piatti vegetariani o ancora la stessa sindaca, Chiara Appendino, e la sua scelta del menù vegano nelle mense scolastiche». Se Milano resta la città che osa il cambiamento e lo dichiara con eventi come il Vegetarian Chance, Torino non resta a guardare. E la cena è anche occasione per presentare Slow Food Menu for Change, la prima campagna internazionale che lega il cambiamento climatico alla produzione e al consumo del cibo. In tavola, piatti che raccontano di un profondo legame con il territorio (quelli di Inglese), di un’attenta trasformazione degli ingredienti (quelli di Chiodi Latini) e di una cucina concettuale rappresentata da tre piatti simbolo del Joia: Di non solo pane vive l’uomo; Be vegetarian, be happy!; Macondo. I concetti di felicità, spirito ed energia legati al cibo sono alla base della filosofia di questo chef che ha trasformato in gourmet una cucina vegetariana e salutare. «Nella vita come nella cucina – dice – si parla di trasformazione: implica un’emozione, una scoperta, il coraggio di rimettersi in gioco ogni giorno. Il cibo poi è uno strumento straordinario di unione e affermazione della propria identità. Io esorto sempre a riflettere su ciò che mangiamo per poterlo cambiare se non ci corrisponde».

Per Leemann, che segue la cultura orientale in modo polarizzante, la dimensione spirituale è strettamente legata a quella alimentare ed è molto concreta: «Il cibo è la sua diretta manifestazione: essendo nutrimento per il corpo ma anche per l’anima, va rispettato».

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