Un’occasione da non perdere, per gli amanti dell’arte e non solo. Dal 21 al 23 settembre, presso la Sala Fontana del Museo del Novecento, va in scena Simone Forti. To Play the Flute, una selezione di performance della famosa artista e coreografa italoamericana.

L’incontro, tra l’altro, è il primo appuntamento di Furla Series #01 - Time after Time, Space after Space: un programma dedicato alla performance che, attraverso cinque focus su altrettanti artisti di generazioni e provenienze differenti, si propone di presentare una pluralità di approcci a questa forma espressiva.

 

Simone Forti. To Play the Flute

Si comincia, quindi, con Simone Forti, che da oltre cinquant’anni è una delle figure di riferimento della danza postmoderna. L’esibizione, nello specifico, consiste nel reenactment di quattro lavori storici dell’artista, che rappresentano le tappe fondamentali del suo percorso professionale. Dai movimenti minimali e prosaici dei primi lavori alle improvvisazioni che coniugano parola e movimento: elementi chiave che contraddistinguono il suo approccio alla performance, dove un ruolo fondamentale viene svolto dal suono.

 

La carriera dell’artista

È, in particolare, con le celebri Dance Constructions – oggi parte della collezione permanente del Museum of Modern Art di New York – che Simone Forti si afferma sulla scena artistica degli anni Sessanta come innovatrice e sperimentatrice del linguaggio del corpo.

Presentati per la prima volta nel 1961, durante una serie di eventi organizzati da La Monte Young nello studio di Yoko Ono a New York, questi lavori ripensano la relazione tra corpo e oggetto, movimento e scultura, rispetto delle regole ed estemporaneità. Si tratta di azioni costituite da movimenti semplici, in cui l’espressione personale e l’improvvisazione vengono sempre precluse dagli sforzi fisici richiesti.

 

Gli altri appuntamenti

L’appuntamento è il primo dei cinque totali, in cui artisti internazionali si alterneranno a cadenza bimestrale: Alexandra Bachzetsis (novembre 2017), Adelita Husni-Bey (gennaio 2018), Paulina Olowska (marzo 2018) e Christian Marclay (aprile 2018). Il progetto prevede, inoltre, anche un ricco calendario di workshop, laboratori, conferenze e visite guidate.

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