Il Messico torna a tremare nel giorno delle commemorazioni del devastante sisma del 1985, con la popolazione già stremata per lo sciame sismico innescato lo scorso 7 settembre. Una scossa di magnitudo 7.1 della scala Richter (la classificazione è dell’Istituto Sismologico Nazionale) ha investito il Paese alle 13.14 ora locale (le 20.14 in Italia). Oltre cento le vittime accertate fino a questo momento, in particolare nello Stato di Morelos, dove l’SSN ha individuato l’epicentro, a 12 km a Sud Est di Axochiapan, a Puebla e a Città del Messico, distante 120 km, dove fra i palazzi crollati c’è anche una scuola e dei bambini sono rimasti intrappolati sotto le macerie. Il presidente Enrique Pena Nieto ha ordinato ai servizi di emergenza degli ospedali pubblici di «rimanere aperti a tutta la popolazione» per accogliere i feriti.

40 edifici crollati a Città del Messico, il sindaco: “Lasciate libere le strade”

Fin da subito si è capita la gravità del sisma. E non solo per il terrore che ha fatto piombare in strada migliaia di abitanti della capitale, dove vivono venti milioni di persone. Vari edifici a Città del Messico sono crollati, una quarantina secondo l’ultimo bilancio del sindaco Miguel Angel Mancera, che ha disposto lo stato di emergenza. Si tratta purtroppo, ha spiegato, di un primo bilancio, che sembra destinato ad aggravarsi. Mancera ha chiesto alla cittadinanza di rimanere nelle case se non hanno riportato danni e di non usare l’automobile per lasciare il più possibile sgombre per i soccorsi le strade della megalopoli da 20 milioni di abitanti. Ovunque in città le immagini delle televisioni documentano danni e crolli con colonne di fumo che si alzano nel cielo.

Crolla scuola, bambini intrappolati

«Per favore, silenzio! Stiamo lavorando per salvare i piccoli!»: questo il grido dei responsabili della protezione civile messicana mentre, circondati dalla folla, tentano di trarre in salvo bambini rimasti sepolti sotto le macerie di una scuola di Città del Messico. I media locali trasmettono in diretta dall’esterno della scuola Enrique Rebsamen, nella zona di Coyoacan, completamente crollata per il terremoto. Almeno uno dei piccoli è stato tratto in salvo ma non si sa ancora quanti altri siano ancora intrappolati sotto le macerie.

Nello Stato centrale di Puebla si segnala la caduta delle torri della Chiesa di Cholula. Nello Stato centrale di Morelos si registrano gravissimi crolli. Il governatore Graco Ramirez ha annunciato l’attivazione di servizi di emergenza. Danni anche a Chipalcingo, Oaxaca, Colima e Guadalajara.

Chiuso l’aeroporto, interrotta la strada per Acapulco

L’aeroporto Benito Juarez di Città del Messico è stato chiuso per verifiche alle piste, alla torre di controllo e alle altre strutture. Il sisma ha anche causato il crollo di un tratto dell’autostrada tra la capitale e Acapulco, in prossimità di Cuernavaca, e danni alo stadio Azteca, tempio del calcio messicano.

Blackout per oltre 3,8 milioni di persone

Senza elettricità 3,8 milioni di persone secondo la Comision Federal de Eectricidad (CFE) citata dal sito del quotidiano Excelsior. Via Twitter, il direttore della CFE Jaime Hernandex ha chiesto alla popolazione di non avvicinarsi a installazioni elettriche danneggiate o a cavi portati allo scoperto dal terremoto, così come a spegnere tutti gli apparecchi elettrici non essenziali finché durerà l’emergenza terremoto.

Terremoto di oggi non conseguenza del sisma di 11 giorni fa

Il sisma che ha colpito oggi il Messico non è una scossa di assestamento di quello di 11 giorni fa, vista la distanza geografica tra i due eventi. È certamente un evento diverso e non collegato. Lo ha comunicato il sismologo dell’Usgs, Paul Earle, spiegando che la distanza dei due epicentri e di 650 chilometri e la maggior parte delle scosse di assestamento si verifica entro i 100 chilometri. La scossa odierna si è verificata su una placca tettonica nota, ma non alla “saldatura” di due diverse placche in movimento come quello dell’8 settembre.

Il presidente messicano Enrique Pena Nieto, che era in volo verso lo Stato di Oaxaca, colpito dal terremoto del 7 settembre scorso, è rientrato immediatamente a Città del Messico, dove ha convocato una riunione del Comitato per le emergenze.

«Dio benedica il popolo di Città del Messico. Siamo con voi e saremo accanto a voi». Il presidente degli Usa Donald Trump ha espresso così, su Twitter, la solidarietà con le popolazioni colpite.

(Notizia in aggiornamento)

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