Tra frinire di cicale e sole a picco sui muri, la sonnecchiosa stazione di Mortara - un convoglio all’ora e tanti disagi per i pendolari - tutto potrebbe sembrare tranne ciò che davvero diventerà da qui a settembre: il terminale italiano della nuova Via della Seta, capolinea dei convogli che arriveranno direttamente dalla Cina stravolgendo l’economia dell’intera zona. Dall’autunno saranno due treni alla settimana, entro il 2018 almeno tre coppie, per il 2020 venti maxi convogli a settimana.

Un traffico di merci e container pazzesco destinato a stravolgere per sempre la tranquilla e un po’ noiosa vita della Lomellina. Il mega investimento da 140 miliardi di dollari deciso dal governo di Pechino per collegare con un sistema di infrastrutture la Repubblica Popolare al resto del mondo, passa dalla piccola cittadina pavese circondata dal nulla delle piatte campagne. Piccola sì, ma in una zona strategica tra i corridoi europei di Lisbona-Kiev e Genova-Rotterdam e, soprattutto, vicino alle autostrade per Milano, Bologna e Torino.

Così, tra marcite e allevamenti di oche, è nato nel 2009 l’Interporto da 700mila metri quadrati per iniziativa della Fondazione Banca del monte di Pavia che ha messo sul piatto 87 milioni per creare dal nulla un polo logistico cresciuto fino a diventare in pochi anni uno dei top ten italiani per l’intermodalità ferro-gomma, con oltre 50 mila container transitati ogni anno. E che non a caso vede oggi tra i suoi consiglieri di amministrazione Mister Wang, ovvero l’uomo che da anni collega la Cina con le risaie pavesi, che ha comprato, senza grandi successi, il Pavia calcio (fallito per un milione di euro e 123 creditori che ancora aspettano di essere pagati) e che ora si appresta a spalancare le porte del Celeste Impero ai «mandarini» dell’industria lombarda. Dopo che i cinesi hanno fatto shopping nel nostro Paese, investendo 12 miliardi di dollari con le squadre di calcio di Inter e Milan e il colosso dei pneumatici Pirelli, eccoli arrivare in provincia con una valigetta piena di contanti e tante idee.

La prima coppia di treni arriverà direttamente da Chengdu, il capoluogo della provincia del Sichuan, 11 mila chilometri più ad Est e nel cuore della nuova area individuata dal governo del presidente Xi Jimping per lo sviluppo. Un viaggio di soli 18 giorni che brucia la concorrenza con le navi che solitamente ne impiegano 60. E perfetto per il trasporto di cibi, vino, mobili, abbigliamento e componenti per auto. Durante il viaggio tra i due continenti si toccheranno Kazakistan, Russia, Bielorussia, fino alla Polonia che sarà uno degli hub della nuova linea no-stop. Quindi da Varsavia, discendendo l’Europa, si arriverà fino al cuore della Pianura Padana, dove la merce verrà passata sui Tir e in poche ore arriverà nel centro Italia e a Roma.

«Per noi l’arrivo degli investitori cinesi è una manna dal cielo – commenta Davide Muzio, amministratore delegato del terminal di Mortara spa - hanno trovato qui le condizioni ideali per investire in un polo di eccellenza già ben avviato. Grazie a loro possiamo triplicare le aree per la logistica e i servizi e in pochi anni vorremmo salire fino a 10 coppie di treni a settimana».

Partner dell’asse Lombardia-Sichuan è il colosso Changjiu Logistics, 20 miliardi di valore sulla borsa di Shangai, 35 centri di spedizioni in tutto il mondo e una flotta di 6.000 camion. Se la tratta decollerà, sono pronti a investire milioni di euro per entrare nel capitale della società logistica e portare convogli ferroviari da 41 container fino a Pechino e Shanghai.

«La sfida dei prossimi mesi è raccogliere merci con il meglio delle produzioni made in Italy e rendere ogni singolo viaggio concorrenziale con il prezzo delle navi e sempre a pieno carico», conclude Muzio mentre illustra le potenzialità della banchina di carico e scarico di Mortara, in grado di ospitare i treni merci lunghi fino a 750 metri e 60 container.

Dal salame d’oca della Lomellina all’anatra alla pechinese, il passo potrebbe diventare breve, trasformando il progetto in un ponte sul futuro dei collegamenti globali per far crescere il nostro export con la Cina oltre la soglia attuale di 43 miliardi di euro ( l’Italia è il quinto partner in Europa).

A compiere questo miracolo di partnership è Qiangming David Wang, un passato da medico e per anni intermediario per chi voleva andare a fare affari nelle zone economiche speciali cinesi create dal governo negli anni ’80: Shenzhen, Shantou, Zhuhai e Xiamen. Ma con la crescita impetuosa dell’economia del Dragone, la rotta negli ultimi anni si è invertita ed ora Mister Wang accompagna connazionali in cerca di affari nel Belpaese.

«E stato nel 2014 che lo abbiamo conosciuto, quando era vicepresidente del Pavia Calcio - conferma il presidente del polo, Andrea Astolfi - e incontro dopo incontro, due anni dopo è entrato nel Cda». Nel frattempo numero uno della squadra di calcio era diventato Xiaodong Zhu, a capo del fondo Pingy Shanghai investment. I destini calcistici non sono migliorati, ma di lui è rimasta celebre una dichiarazioni: «Arriveremo alla Champions League e porteremo 100 mila turisti cinesi a Pavia».

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