criptovalute

Il governo Usa non ci ha creduto: svenduti all’asta i bitcoin sequestrati

di Pierangelo Soldavini

(Reuters)

2' di lettura

L’ultima asta si è tenuta lo scorso agosto: 2.700 bitcoin sono stati assegnati a 585 dollari l’uno, per un controvalore di 1,6 milioni di dollari. Oggi quel pacchetto, assegnato a investitori rimasti sconosciuti, avrebbe un valore superiore a 6 milioni, ma settimana scorsa, quando la criptovaluta ha toccato il picco di 2.800 dollari, è arrivato a valere oltre 7,5 milioni. Insomma, forse il Governo americano avrebbe fatto meglio a comportarsi da cassettista, tenendo in tasca i bitcoin sequestrati nel corso degli anni. Anche se ovviamente ha dovuto rispettare le regole e metterli all’asta assegnadoli ai migliori offerenti, i quali ora si fregano le mani.

Non è un mistero che la valuta digitale sia stata utilizzata ampiamente per traffici illeciti e per riciclaggio da parte di chi ha sfruttato la sua anonimità - o, meglio, il fatto di potersi nascondere dietro a uno pseudonimo - per fare operazioni di varia natura in maniera sicura. Alcuni di questi affari sono finiti sotto i riflettori delle autorità Usa.

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Il caso più spettacolare si è verificato nell’ottobre 2013 quando l’Fbi ha chiuso Silk Road, il marketplace online dove era possibile comprare di tutto, dalle droghe alle armi. In quel caso gli agenti federali avevano sequestrato anche portafogli pieni di bitcoin. Tra il giugno 2014 e il novembre 2015 si sono tenute tre aste per un totale di oltre 120mila bitcoin, assegnati fino a un minimo di 332 dollari. Tra gli investitori c’è il venture capitalist Tim Draper e SecondMarkets, la piattaforma online di Barry Silbert, uno dei fautori del bitcoin che gestisce il fondo Bitcoin Investment Trust.

Attualmente il bitcoin è quotato attorno a 2250 dollari. Quindi se il governo Usa avesse venduto sulla base del valore attuale avrebbe registrato un utile supplementare di 227 milioni di dollari. Ma, se fosse riuscito a piazzare gli stessi bitcoin ai valori massimi di settimana scorsa, avrebbe guadganato quasi 300 milioni in più.

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