Ha accolto una richiesta del Ministero della Giustizia. Così la Corte suprema russa ha vietato l’attività dei Testimoni di Geova definendo la loro organizzazione «estremista» e ne ha sequestrato i beni a favore dello Stato. Lo ha riportato ieri l’agenzia Tass. Per Massimo Introvigne, sociologo direttore del Cesnur (Centro Studi sulle nuove Religioni) e autore del più diffuso manuale italiano per lo studio universitario dell’organizzazione religiosa, si tratta di un «gravissimo attentato alla libertà religiosa».

I Testimoni di Geova hanno fatto sapere che impugneranno la sentenza. Le autorità russe hanno posto diverse pubblicazioni del gruppo religioso nella lista della «letteratura estremista» e quindi vietata.

La rappresentante del Ministero della Giustizia, Svetlana Borisova, ha dichiarato che i Testimoni di Geova «pongono una minaccia ai diritti dei cittadini, all’ordine pubblico e alla pubblica sicurezza». Borisova ha poi affermato che, «nonostante l’inclusione nella lista della letteratura estremista, sono stati accertati episodi di diffusione di materiali stampati proibiti, in particolare del periodico Torre di vedetta». La rappresentante del Ministero ha presentato come minaccia alla sicurezza il divieto di trasfusione del sangue.

Questa decisione di mettere al bando i Testimoni di Geova «è un gravissimo attentato alla libertà religiosa e pone oggettivamente la Russia, la cui legislazione in materia di religione discrimina in modo pesantissimo le minoranze, al di fuori dell’alveo dei paesi pienamente democratici», dichiara Introvigne. Le accuse «di estremismo a un gruppo del tutto pacifico e non violento come i Testimoni di Geova, fondate principalmente sul fatto che affermano che la loro religione è l’unica via di salvezza, sono ridicole - prosegue - e con lo stesso criterio si potrebbe mettere al bando qualunque religione». Per il Sociologo torinese «sbaglia chi si lascia convincere dalla propaganda russa che ricicla argomenti ostili ai Testimoni di Geova screditati da anni nella letteratura scientifica. E ci sono già preoccupanti segnali del fatto che i Testimoni di Geova sono solo il primo di molti gruppi religiosi a essere attaccato in Russia».

La libertà di religione «non è un diritto tra i tanti, è il principio e fondamento di ogni altra libertà. Senza libertà di religione non può esserci democrazia».

Interviene anche l’Alleanza evangelica italiana (Aei) sulle restrizioni alle attività dei Testimoni di Geova in Russia. L’Aei esprime la propria preoccupazione «per il recente pronunciamento della Corte suprema di Mosca che con una sentenza ideologica senza precedenti, piegandosi all’orientamento del governo russo, ha vietato ogni attività dei Testimoni di Geova sul territorio russo, confiscandone tutti i beni a favore dello Stato».

L’Aei si associa «a tutti coloro che stanno protestando contro questa profonda violazione dei diritti umani fondamentali, sperando in una rivalutazione. Ricordiamo con forza come la libertà religiosa sia un diritto inalienabile, voluto da Dio. Nessuno Stato può legittimamente mettere al bando moschee o sinagoghe, chiese o templi a motivo della fede o delle convinzioni delle persone che ne fanno parte».

Lottare «per la libertà religiosa, riconoscere tale diritto a tutte le persone, non è né un incoraggiamento a credere che tutte le vie portano a Dio, né un invito al relativismo. Il punto non è sostenere la dottrina dei Testimoni di Geova (che per noi è contraria all’Evangelo e deviante rispetto alla Parola di Dio), ma il diritto di tutti di vivere liberamente le proprie convinzioni».

Limitare la libertà «di gruppi confessionali o concedere privilegi a qualche realtà religiosa non può aiutare la fede cristiana, ma al massimo favorisce le illusioni di auto-giustificazione e accresce le false pretese della maggioranza nominale».

Chi «minaccia la libertà religiosa, crea sempre un precedente pericoloso che prima o poi danneggia pesantemente le comunità cristiane».

La libertà religiosa «deve essere garantita per tutti, anche per coloro che rifiutano il Vangelo o che secondo noi sbagliano completamente nel comprenderlo e viverlo».

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