Lavorano con lo stesso metodo dei poliziotti di una volta, quelli che ancora non potevano contare su cimici o intercettazioni telefoniche.

Scoprire quanto sia esteso il malaffare italiano può essere molto più semplice di quanto non si possa immaginare. E talvolta non c’è bisogno di grandi investigatori per scovare che cosa può combinare la mala burocrazia. Anzi, può essere davvero un gioco da ragazzi.

Esattamente così, se è vero che gli studenti di 200 istituti superiori stanno realizzando uno scottante dossier su sprechi, incompiute e opere mai utilizzate. La mappa è estesa quanto la nazione: dalla Lombardia alla Sicilia, dal Trentino alla Sardegna. L’attenzione è focalizzata sul fiume di denaro che parte da Bruxelles e che arriva fino alle nostre periferie: milioni di euro utilizzati male e talvolta rimandati indietro.

Uno degli esempi peggiori di come si possano sprecare i fondi pubblici arriva da Olbia. La cifra in ballo non è altissima, è vero, ma quello che hanno scoperto gli studenti del liceo classico «Antonio Gramsci» basta e avanza per indignare. Per far arrivare la fibra ottica nelle scuole della città, l’Unione europea ha stanziato 2 milioni e mezzo di euro: lavori partiti in ritardo, pagati già al 100 per cento e conclusi solo al 99. Martina Guddelmoni, una delle studentesse del pool di giovani investigatori, racconta quel che successo: « La connessione veloce è arrivata fino alla porta d’ingresso delle scuola, ma manca il collegamento con la rete interna. Il risultato? Nelle aule si naviga ancora lentamente».

Il dossier è ben documentato, perché la «corte dei conti» dei piccoli ha lavorato secondo vecchie tecniche di polizia giudiziaria. «Non è stato facile ma alla fine siamo riusciti a recuperare tutti i documenti sul progetto – racconta Giovanni Savigni – Scontrarsi con la burocrazia è stata la difficoltà maggiore». Ma Valeria D’Errico porta in trionfo il fascicolo di carte recuperate negli uffici comunali: «E alla fine nessuno ha saputo dirci se il piano per la fibra sarà ultimato».

Gli scandali scoperti degli studenti italiani forse non finiranno mai al centro di un’inchiesta. Ma qualcuno ha anche pensato di far arrivare le carte a qualche Procura. «Il nostro obiettivo - dice Filippo Bocchi - è esclusivamente quello di capire bene ciò che succede fuori dalle aule e di provare a raccontarlo». E magari vincere la sfida tra scuole, visto che il progetto «A scuola di OpenCoesione» è un concorso. «Il bello di questo progetto è che i ragazzi scoprono quel che funziona e quello che non funziona oltre i muri della scuola – dicono i professori Antonella Bestazzoni e Alfonso Lendini – Saranno loro le nuove sentinelle della pubblica amministrazione».

(Il progetto coinvolge 200 scuole in tutta Italia e migliaia di studenti)

TORINO

Nido e materna lavori a rilento a 6 anni dal via

La realizzazione di un asilo nido e di una scuola materna nell’area dell’ex Incet, nel quartiere di Barriera di Milano, era stato finanziato con più di 2 milioni e mezzo di euro. Ma una lunga serie di lungaggini ha finito per rallentare le opere.

Del caso si sono occupati i ragazzi del liceo «Giordano Bruno» di Torino e questo è il resoconto della loro inchiesta. «La prima delibera su questo progetto risale al 29 novembre 2011 e prevedeva l’inizio dei lavori per luglio 2012», raccontano. «L’impegno di spesa è stato approvato nel febbraio 2012, mentre nel mese di giugno 2012 c’è stata l’aggiudicazione definitiva». Nel novembre del 2014, durante i lavori di scavo, sono venuti alla luce rifiuti carichi di amianto ed è stata necessaria una bonifica, ma ancora c’è da smaltire un ultimo lotto di terreno contenente residui nocivi. «Poi finalmente - concludono - avremo il nuovo asilo».

ALBA E BRA

Energia verde usati soltanto 5 milioni su 8

Per questo intervento sono stati stanziati più di 8 milioni di euro: contributi europei ma non solo. Questo doveva essere l’obiettivo: «Ridurre l’uso intensivo delle fonti energetiche tradizionali attraverso l’incremento della produzione energetica da fonti rinnovabili e promuovere l’efficienza e il risparmio energetico nella produzione». Ma non è andata così: «Nel corso della nostra indagine – scrive il gruppo di lavoro del liceo scientifico di Cuneo – abbiamo scoperto che di quegli 8 milioni di euro destinati alla riqualificazione, solamente 4/5 sono stati effettivamente impiegati. Visitando il cantiere, per di più, ci siamo resi conto che i fondi non sono stati effettivamente investiti». Progetto a rischio? «Attualmente – sostengono i giovani investigatori – gli enti che lo finanziano (Regione Piemonte, Asl Cn2, Provincia di Cuneo) stanno attraversando un periodo di forte crisi e si presume che tutti i finanziamenti promessi non saranno disponibili».

ROMA

Quante ombre sugli appalti dell’ospedale

L’inchiesta studentesca è ancora in corso, ma la premessa è già chiara: «Il cogeneratore di energia per l’ospedale San Camillo a Roma non è mai stato attivato per appalti truccati». Interviste, documenti e sopralluoghi: i ragazzi dell’istituto superiore «Via dei Papareschi» sono andati a fondo e si preparano a chiudere l’indagine. I 4 milioni stanziati avevano un obiettivo preciso: la realizzazione di una centrale di cogenerazione e teleriscaldamento per la produzione di energia e calore per i reparti. Ma cosa è successo? «Il progetto è già al centro di diverse inchieste giudiziarie – sottolineano i ragazzi –. Per il momento possiamo dire che quest’impianto rappresenta un grande spreco sia economico che energetico, mentre potrebbe garantire una corretta ed ecosostenibile produzione di energia elettrica-termica, con un risparmio annuo di un milione di euro a vantaggio della struttura ospedaliera».

(I ragazzi, suddivisi in pool di investigatori, cercano di scoprire come sono stati impiegati i fondi pubblici)

VIBO VALENTIA

Le erbacce nel parco archeologico

Tre milioni di euro di finanziamenti e piano bloccato: per il parco archeologico urbano di Hipponion-Valentia non è neppure prevista una data di conclusione. Ma gli studenti della terza A del Liceo Capialbi di Vibo Valentia non si arrendono: «Il nostro obiettivo è fare in modo che questo progetto possa davvero avere un impatto positivo per il territorio. Ma al momento la situazione è complicata. I lavori sono stati appaltati nel giugno 2015, ma la ditta incaricata è stata sollevata dall’incarico dopo un anno per un’interdittiva antimafia. Dalla visita di monitoraggio civico abbiamo potuto constatare che la maggior parte del sito è in stato di abbandono, al Castello di Bivona sono ricresciute le erbacce negli scavi. I lavori svolti finora hanno riguardato il recupero del patrimonio archeologico, avrebbero dovuto seguire quelli di restauro e di valorizzazione, ma lo stop ha bloccato tutto, mettendo a rischio quanto già rinvenuto».

PESCARA

La rivoluzione dei trasporti resta su carta

Il progetto finanziato con 3 milioni e mezzo di euro aveva un obiettivo ambizioso: «Migliorare i servizi di trasporto a livello regionale e promuovere modalità sostenibili». Ma tutto è rimasto sulla carta. E la valutazione degli studenti del liceo scientifico «Da Vinci» non lascia spazio a dubbi: «L’inizio lavori era previsto per il 1° dicembre 2016 e il termine per il 31 maggio 2018. Ad oggi i lavori non sono ancora iniziati e non si può prevedere quando finiranno. Lo slittamento degli interventi avrà delle conseguenze negative sulle attività connesse al porto, sulla stagione balneare e per i disagi che continueranno a subire i pescatori». Consigli dei ragazzi? «Sarebbe opportuno procedere con i lavori il più presto possibile, per risollevare i settori del turismo, della pesca e del commercio».

NAPOLI

Cantieri fermi sulla linea per l’aeroporto

Il completamento della linea, tra il Centro direzionale e l’aeroporto di Capodichino, ha avuto un finanziamento di 593 milioni di euro. L’inizio dei lavori – raccontano nel loro report gli studenti – era previsto per il mese di dicembre 2013 ma per l’inizio si è dovuto attendere fino ad agosto 2014. «Nonostante i contributi da diversi enti e istituzioni, il Cipe si è ritrovato con una somma di denaro insufficiente per l’inizio e il proseguimento dei lavori – si legge nel dossier della scuola –. La nostra attività di ricerca ci ha portato alla conoscenza di un ultimo dato su cui stiamo ancora proseguendo le nostre indagini: i lavori risultano fermi al 7,54 per cento. Intanto la fine delle opere è stata posticipata al mese di agosto del 2020». Rischi futuri per il progetto? «Ulteriore rallentamento dei lavori per problemi finanziari e burocratici».

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