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  • Il de Ligt, ovvero quando l' 'abuso di giovani' costa la panchina all'allenatore

    Il de Ligt, ovvero quando l' 'abuso di giovani' costa la panchina all'allenatore

    • Alessandro Di Gioia
    Ricordo proprio di averlo pensato, venerdì sera, mentre il telecronista leggeva le formazioni di Bulgaria-Olanda, gara valida per le qualificazioni al prossimo Mondiale di Russia: non importa se infausto presagio o capacità ormai acquisita di prevedere quello che può accadere in campo. Quel che conta è che, tre giorni dopo, posso affermare con certezza di averci visto giusto.

    La domanda che mi sono posto è stata la seguente: come mai una nazionale gloriosa, seppur ultimamente in crisi, come quella Oranje, affida le chiavi della propria difesa, il reparto più delicato di una squadra, contro la Bulgaria a Sofia, in un match sicuramente complicato, ad un giovane di 17 anni, che fino all'anno passato giocava nella Jong Ajax, la squadra giovanile del club olandese, e in questa stagione ha sì esordito in prima squadra, ma con la miseria di 7 presenze in Eredivisie, visto che solitamente milita ancora  seconda divisione del campionato di calcio olandese, dove i giovani dell'Ajax partecipano fuori classifica? 

    Attenzione, stiamo parlando di nazionale maggiore, di una qualificazione al Mondiale già complicata di per sè, dopo anni di fallimenti: non certo un terreno fertile dove lanciare un ragazzo del '99, seppur di talento, come il buon Matthijs de Ligt, che sicuramente avrà un futuro radioso, almeno è quello che ci auguriamo. Lo avrà nell'Ajax, ma il giorno del debutto in nazionale rimarrà per lui un incubo. Buggerato da Delev, attaccante del Pogoń Stettino, massima divisione del campionato polacco, non certo Maradona, che in entrambi i gol ha fatto vedere perché esiste una differenza tra le squadre giovanili e le squadre A, e perchè i giovani hanno bisogno di fare esperienza prima di ffrontare determinate panchine. 

    L'evoluzione della storia è quanto di più naturale e conseguente possa accadere: il tecnico Danny Blind, che forse pensava di allenare ancora l'Ajax A1 e non la nazionale maggiore olandese, viene esonerato, sicuramente non solo per l'affaire de Ligt, ma la figuraccia del ragazzone al centro della difesa ha influito. Come ha influito la scelta di lasciare in panchina Wesley Hoedt, difensore che milita nella Lazio e di sicura affidabilità, per lanciare nella mischia un giovane ancora palesemente inadatto per certi palcoscenici.

    Ma d'altronde la moda del momento è far giocare i giovani, quindi chissene frega se non sono ancora pronti, la carta d'identità è già motivo di plauso per l'allenatore, soprattutto in Olanda, culla e fucina di talenti da sgrezzare (che poi, dall'epoca di van Persie, Robben e Sneijder, nessuno sia più diventato un campione,  è un'altra storia). Sì, quello di Blind mi  sembrato un peccato di tracotanza, un "abuso di giovane" che ha contribuito a far saltare la sua panchina: non sempre schierare il più piccolo della compagnia ti mette al riparo. Ormai l'avrà capito anche il povero Blind. 

    @AleDigio89

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