Un mandato di arresto è stato firmato dal gip Simonetta D’Alessandro nei confronti del genero di Fini, Giancarlo Tulliani. L’accusa è quella di riciclaggio. Oggi Tulliani risulta però irreperibile perché residente a Dubai, dunque il provvedimento non è stato eseguito. Il riciclaggio di denaro è stato compiuto tramite una società delle Antille olandesi, riferibile al manager Francesco Corallo, considerato il “re delle slot machine”.

Per favorirlo (avendo ricevuto come congruo ringraziamento il denaro per l’acquisto dell’appartamento di Montecarlo) Giancarlo Tulliani avrebbe messo a disposizione di Rudolf Baetsen, braccio destro di Corallo, due società offshore per poter far transitare i soldi destinati alle Antille. Il reato non si è consumato con l’acquisto della casa di Montecarlo, ma perché i soldi utilizzati avevano origine illecita. Quei soldi infatti (circa 300 mila euro) - ha accertato la Guardia di Finanza - sono stati trasferiti dal conto di Corallo ai Tulliani.

Come è noto poi la proprietà dell’immobile è stata ceduta ad un acquirente straniero per 1 milione e 400 mila euro, con un buon guadagno per i parenti di Elisabetta Tulliani, la compagna dell’ex presidente della Camera Gianfranco Fini (anche lui indagato per riciclaggio). Ma non è l’unico scambio di denaro tra Corallo e Tulliani. Un altro avviene infatti nel 2009. In questo caso vengono trasferiti da un conto della società di Corallo a Tulliani una volta 300 mila euro ed un’altra 2 milioni 400 mila euro.

Nell’inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dal pm Barbara Sargenti, è emerso infatti che il gruppo criminale (composto oltre che da Corallo e dai due Tulliani anche dall’ex parlamentare Amedeo Laboccetta) riciclava in tutto il mondo i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco online e sulle video-lottery. Il padre di Giancarlo, Sergio Tulliani risulta ancora indagato.

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