Leone Di Lernia, 78 anni e un’infinità di canzoni-sfottò, parodie un po’ volgari ma spesso irresistibili, di personaggi radiofonici a Lo Zoo di 105 se ne è andato. Il cantante pugliese si è spento nella sua casa di Milano, come ha annunciato su Facebook il figlio Davide: «Un male incurabile l’ha portato via, ma non ha portato via il suo spirito che rimarrà nei nostri cuori. La famiglia Di Lernia ringrazia tutte le persone che l’hanno amato e i suoi fan. Grazie di essere esistito. Ti amo, tuo figlio Davide».

Marco Mazzoli, il disc jockey che lo ha voluto nella squadra dello Zoo lo ricorda così: «Quando io e Fabio Alisei siamo andati in ospedale a trovarlo, medici e familiari ci avevano detto che il male era in stato avanzatissimo e che aveva pochi mesi di vita. Siamo esplosi in un pianto infinito. Lui si è goduto gli ultimi giorni di notorietà perché viveva per la tv e la radio, apparire era la sua gioia, essere riconosciuto la sua aria».

Nato a Trani, in Puglia, Di Lernia aveva iniziato la carriera come «cantante urlatore» con lo pseudonimo Cucciolo Di Lernia. Nel 1968 il suo primo 45 giri: Trenta chili. Poi l’invenzione di un genere, quello delle cover dei successi dance in chiave demenziale e dialettale: Gypsy Woman che diventa «Ra-ra-ri, ra-ra, pesce fritto e baccalà», The Rhythm of the Night «Te si mangiate la banana» e così via.

Alla radio aveva partecipato ad Alto gradimento con Renzo Arbore, ma la popolarità era arrivata negli Anni 90 con una partecipazione al programma di Radio Milano International con Paolo Dini. «Sabato sera - racconta Mazzoli - Leone ha voluto che andassimo a cena da lui. Sembrava in forma, ma la notte ha avuto un tracollo e la mattina successiva a fatica mi ha inviato un messaggio vocale in cui diceva che si sentiva debole e sarebbe venuto in radio il giorno dopo; quello è stato l’ultimo messaggio da lucido».

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