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Grecia, nuova missione con meno austerity. Fmi più coinvolto

di Beda Romano

Il ministro delle Finanze greco, Euclid Tsakalotos, e il presidente dell’Eurogruppo, Jereoen Dijsselbloem (Afp)

3' di lettura

BRUXELLES – Nel tentativo di smorzare per quanto possibile nuove tensioni con la Grecia a ridosso di delicate elezioni politiche in alcuni paesi europei, i ministri delle Finanze della zona euro hanno deciso di permettere ai rappresentanti dei creditori del paese mediterraneo di recarsi ad Atene nei prossimi giorni per trovare un accordo su nuove misure economiche - riforme strutturali, più che tagli al bilancio - da cui dipende una nuova tranche di prestiti.

«I rappresentanti dei creditori torneranno a breve ad Atene - ha detto in una conferenza stampa qui a Bruxelles il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem -. Insieme ai governanti greci lavoreranno su un ulteriore pacchetto di misure, adottando un cambiamento di politica economica, con una minore enfasi sull’austerità di bilancio e una maggiore attenzione su profonde riforme economiche». Il cambio di enfasi è interessante, almeno in termini di comunicazione più che di sostanza.

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Interpellato dalla stampa, il presidente Dijsselbloem ha parlato di misure «realistiche». Ha poi aggiunto: «Sono un ministro delle Finanze. Credo che un bilancio debba essere gestito in modo rigoroso. Ciò detto, c’è un chiaro cambiamento di enfasi da parte nostra tenuto conto di quanto la Grecia ha fatto finora (…) Crediamo che profonde riforme possano aiutare lo stesso bilancio». Dal canto suo, il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici ha parlato di un accordo che deve essere «esigente ed equilibrato».

All’inizio del mese, i creditori della Grecia si sono messi d’accordo per chiedere nuove misure di politica ecomomica in modo da rassicurare il Fondo monetario internazionale sulla sostenibilità del debito greco, pari a circa il 180% del prodotto interno lordo (si veda Il Sole/24 Ore dell’11 febbraio). Le misure - che riguardano la base imponibile, il sistema pensionistico, il mercato del lavoro - devono servire a convincere l’Fmi a tornare a prestare denaro al paese mediterraneo.

Per ora, il governo Tsipras si è rifiutato di adottare d’emblée le impopolari misure di politica economica richieste dai suoi creditori internazionali, complicando la posizione dei suoi creditori. In cuor loro, alcuni governi in procinto di affrontare difficili scadenze elettorali vogliono evitare che l’annosa questione greca inquini la loro campagna elettorale, diventando uno strumento politico nelle mani dei partiti più radicali. Si voterà in Olanda il 15 marzo, e in Francia il 23 aprile e il 7 maggio.

Il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Dijsselbloem, ha spiegato che la decisione di ieri è «completamente indipendente dal ciclo elettorale». Ha poi aggiunto: «Vi sono sempre elezioni da qualche parte in Europa». Interpellato dalla stampa, l’uomo politico ha poi sottolineato come non vi siano scadenze per trovare una intesa con la Grecia, notando che «non vi sono necessità acute di denaro» fino a luglio, quando scadranno obbligazioni pubbliche.

Consapevole del fatto che molti partner europei desiderano la partecipazione dell’Fmi nel programma di aiuti alla Grecia e vogliono evitare che la questione greca si imponga nelle loro campagne elettorali, Atene sa di poter strappare concessioni dai suoi creditori. È anche in questo quadro che bisogna probabilmente capire la scelta dei creditori di modificare almeno formalmente l’enfasi, mettendo l’accento più su riforme economiche che su mere misure di risanamento.

In questo contesto, in una dichiarazione alla stampa da Washington, un portavoce dell’Fmi si è voluto molto cauto: «Accogliamo con favore i progressi delle autorità greche nel rispettare le richieste delle istituzioni» che rappresentano i creditori. «Progressi saranno necessari per ridurre le distanze su importanti questioni, ed è troppo presto per speculare sulle possibilità di raggiungere una intesa nel corso della missione» che partirà per Atene nei prossimi giorni.

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