Milano, 19 febbraio 2017 - 17:59

Sibari, gli open data controlleranno
i lavori del parco archeologico

Il progetto europeo : una trentina di cittadini, istruiti da ActionAid, guideranno
gruppi di monitoraggio di due appalti nell'area calabrese

di Ludovico Fontana

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Ha riaperto sabato scorso il Parco nazionale archeologico di Sibari, in Calabria, che fu sommerso da un alluvione nel 2013.Tornato visitabile, restano però altri lavori da completare, che saranno monitorati da un gruppo di cittadini guidati da ActionAid attraverso un progetto europeo per il controllo degli appalti pubblici. I partecipanti, in pratica, dopo un iniziale periodo di formazione, terranno d'occhio l’andamento dei lavori andando direttamente sui cantieri.

Il progetto europeo

Il progetto di monitoraggio si intitola «Ipact - Intergrity Pacts – Civil Control Mechanism for safeguarding EU funds». Sono 17 gli appalti da controllare in 11 Stati membri attraverso gli strumenti degli open data, cioè i dati aperti messi a disposizione dalla pubblica amministrazione (e in questo caso anche dalle società che hanno vinto l’appalto). Di questi 17 lavori, 4 sono in Italia e sono stati assegnati ad associazioni nazionali: Transparency Italia ha monitorato i lavori della tramvia di Cagliari e un servizio di assistenza tecnica per la Regione Lombardia; in Sicilia l’associazione Amapola monitora un progetto della rete di Comuni «Città a Rete Madonie-Termini»; in Calabria invece, per il Parco di Sibari, il controllo è stato affidato alla ong ActionAid in collaborazione con il Gruppo Abele (fondato da don Luigi Ciotti) e Monithon (associazione nata proprio per il «monitoraggio civico» attraverso gli open data).

I costi

Il costo complessivo del progetto Ipact è di oltre 7,2 milioni di euro, mentre i 17 appalti hanno un valore complessivo di 920 milioni di euro. Non è il primo progetto che promuove questo tipo di monitoraggio: un altro esempio in Italia è «A scuola di OpenCoesione», rivolto agli istituti superiori, mentre la stessa ActionAid ha condotto progetti di monitoraggio dei lavori di ricostruzione post-terremoto in Abruzzo e in Emilia-Romagna.

A Sibari

Il Parco archeologico di Sibari, fiorente città della Magna Grecia e oggi frazione di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza, fu devastato da un alluvione nel 2013. Sabato 11 febbraio è stato reinaugurato dopo quattro anni di lavori costati 18 milioni di euro. Restano però altre opere da completare, e saranno queste a essere controllate dai gruppi di cittadini. Gli appalti riguardavano la sistemazione dell’area esterna dell’area della Casa Bianca (500 mila euro) e nuovi allestimenti nel museo archeologico (1,5 milioni di euro). Dopo una fase di formazione online, ad aprile partirà il monitoraggio direttamente sul cantiere. Il progetto di monitoraggio nel parco archeologico costerà invece 327 mila euro.

Il monitoraggio

Dai prossimi giorni, dunque, si terranno webinar (seminari online) aperti a 35 partecipanti, che successivamente seguiranno dal 7 al 9 aprile una «scuola di integrità» all'ingresso degli scavi del parco archeologico. I partecipanti diventeranno dei «community leader», che terranno a loro volta anche laboratori nelle scuole. Ma cosa verrà insegnato nelle lezioni? Principalmente utilizzo degli open data, i dati aperti che saranno rilasciati dalla società che ha vinto al’appalto. I partecipanti, per esempio, spiegano da ActionAid, «impareranno a leggere e visualizzare questi dati anche attraverso l’utilizzo di app per georeferenziare le fotografie scattate sui cantieri». In seguito realizzeranno un sito per raccontare e documentare l'andamento dei lavori.

La rete

Il progetto poi prevede degli incontri con istruzioni e imprese, che saranno quindi in qualche maniera costrette almeno ad ascoltare le valutazioni. Il monitoraggio proseguirà fino al 2019 (anno di chiusura dei lavori) e ogni anno si terrà una nuova «scuola di integrità» per formare nuovi leader dei «controllori». Il loro lavoro affiancherà comunque un attività di controllo più tecnica. «Il monitoraggio civico realizzato dai cittadini supporterà il monitoraggio tecnico-giuridico condotto da ActionAid tramite i propri esperti», ha spiegato Beatrice Costa, responsabile programmi di ActionAid Italia. L’obiettivo, ha detto ancora, è di fare prevenzione, cioè «creare le precondizioni affinché i fondi europei siano spesi nel modo migliore».

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