Le divisioni politiche americana sono sfociate in violenti scontri per le strade di Washington in occasione dell’investitura a presidente degli Stati Uniti di Donald Trump. Il bilancio è 217 arresti e tre poliziotti feriti ma la protesta sale in tutto il Paese e nel resto del mondo. Manifestazioni anti-Trump si sono tenute a Londra, a Bruxelles, a Tokyo e a Manila.

La più grande protesta prevista è la cosiddetta ’marcia delle donne’, a cui dovrebbero partecipare domani circa 200mila persone provenienti da tutti gli Stati Uniti.

A WASHINGTON - Centinaia di persone, vestite di nero e con il volto coperto, hanno marciato per le strade del centro, utilizzando martelli per rompere le finestre di una sede della Bank of America e di alcuni McDonald e e di uno di Starbucks, tutti i simboli del capitalismo americano. Gruppi di persone hanno distrutto vetrine di negozi e finestrini di automobili. I contestatori mostravano anche cartelli, tra cui con la scritta ’Make Racists Afraid Again’, (che i razzisti abbiano di nuovo paura), parole che rielaborano lo slogan di Trump ’Make America great again’ (rendere di nuovo grande l’America). I dimostranti sono stati dispersi, oltre che con gas lacrimogeni, anche con granate stordenti.

Il capo della polizia di Washington, Peter Newsham, ha fatto sapere poco dopo il giuramento di Trump davanti al Campidoglio che le proteste sono state sedate in fretta e che 217 persone sono state arrestate. Ma poco prima della parata presidenziale sono stati registrati nuovi scontri a soli quattro isolati dalla Pennsylvania Avenue, luogo in cui passa il corteo che porta il presidente alla Casa Bianca.

Nella capitale, sono stati schierati circa 28mila agenti tra uomini dei servizi segreti, della polizia di Washington e altre forze dell’ordine avevano per garantire la sicurezza di circa tre miglia quadrate (7.8 chilometri quadrato) della città.

Scontri erano già avvenuti nella notte americana a una delle feste per celebrare l’investitura del tycoon. Decine di detrattori del magnate repubblicano si sono concentrati davanti al Club nazionale della stampa, dove i pro Trump celebravano i cosiddetti ’DeploraBall’, gioco di parole che in inglese vuol dire ’Ballo dei deplorevoli’. ’Deplorevoli’ è l’aggettivo che una volta Hillary Clinton, allora candidata democratica alle presidenziali dell’8 novembre, ha utilizzato a un evento di campagna elettorale per indicare “la metà” dei sostenitori di Trump. La polizia ha utilizzato spray al peperoncino per disperdere la protesta.

Proteste contro Trump nella notte anche a New York, dove migliaia di persone hanno sfidato il freddo lateralmente al Trump International Hotel e vicino alla Trump Tower. Secondo gli organizzatori, alla riunione anti-Trump c’erano fra 20mila e 25mila persone. Molti portavano cartelli su cui si leggeva ’Mai il mio presidente’ e ’20 gennaio 2017, il giorno in cui è morta la democrazia’. Presenti, oltre al regista Michael Moore, anche diversi attori, come Mark Ruffalo, Julianne Moore, Rosie Perez, Marisa Tomei e Sally Field, nonché Alec Baldwin. C’era anche il sindaco di New York, Bill de Blasio.

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