Ti ho cercata, e ho scoperto che...

Che fine hai fatto, Hillary?

Che fine hai fatto, Hillary?
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C’eravamo quasi.

Una donna ci stava arrivando. Hillary Clinton ci stava riuscendo e, con lei, un po’ tutte noi. A suo modo ci rappresentava – inutile prendere troppe distanze, ragazze – e ci avrebbe dato la possibilità non solo di coniare il termine “First Gentleman” (ed io davvero non vedevo l’ora), ma soprattutto di riferirlo a Bill Clinton (era effettivamente troppo bello per essere vero).

Non abbiamo sentito parlare d’altro per mesi e su di lei è stato detto di tutto, scritto di tutto, pensato di tutto. Le ho voluto talmente bene che a volte ho volutamente ignorato la sua spregiudicatezza, anche quella dell’abbinamento cromatico giacca-maestoso monile, impaziente com’ero di vedere una donna trionfare alla Casa Bianca. E Washington si sarebbe tinta di rosa per la prima volta.

 

 

E invece, la tranvata. La batosta maxima, le débâcle dell’esistenza, la sconfitta in universovisione. E Hillary ha incassato il colpo (d’altro canto, è una Scorpione), con una pettinatura perfetta, un make-up impeccabile. Che classe granitica. Per la stima, nuovamente voglio soprassedere sulla sua blusa, spero involontariamente abbinata alla cravatta di Bill, in piedi dietro di lei mentre pronuncia il discorso della sconfitta.

Era in 9 novembre del 2016.

E adesso? Vorrei domandarle: come hai passato, Hillary, le feste di Natale? Come hai superato quel pomeriggio di divano, buio, Pretty Woman e lacrime (sono una Scorpione anch’io, so che c’è stato quel pomeriggio)? Vorrei dirle: i riflettori si sono spenti su di te, ma io ti sono rimasta molto affezionata.

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Allora ti ho cercata, e ho scoperto che sei stata a teatro e al supermercato (e che ci vai struccata), al ristorante Estiatorio Milos (cucina di pesce) di New York, che sei andata alla recita della tua nipotina a Manhattan. So che hai trascorso le vacanze di Natale al Mohonk Mountain House sul lago Monhonk (le vacanze al lago, signori! L’ha presa veramente male) e che, come noi, fai la fila al buffet della colazione (chissà se anche tu ti intaschi le marmellatine, io sì). Hai cenato con tuo marito al ristorante italiano Mario’s of Chappaqua di New York e hai passeggiato nei boschi.

E io so tutto questo perché non neghi mai un selfie sorridente ai tuoi “supporters” anche se sei arruffata, stanca, e imbacuccata in un discutibilissimo cappotto blu. Ti voglio bene anche così, Hillary. Un po’ sconfitta ma sfiorata dalla vittoria e solo leggermente irrisolta, una Scorpione come noi.

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