Più vendite in Italia e più vendite all’estero. Ferrero spa, il ramo italiano del gruppo di Alba, ha chiuso l’esercizio provvisorio con numeri importanti: fatturato complessivo di 2,673 miliardi di euro e un utile netto di 201 milioni, con un’incidenza sui ricavi del 7,5%. Il bilancio con i conti al 31 agosto di Ferrero è stato approvato dall’assemblea della società.

Le vendite

Uno dei dati che più balzano agli occhi sono, appunto, quelle delle vendite, cresciute di mezzo punto a livello nazionale e del 2 per cento per quanto riguarda l’estero, attestandosi a 915 milioni di euro. L’azienda nell’ultimo anno ha anche aumentato gli occupati (166 persone in più, spiega una nota). Per quanto riguarda gli investimenti, la società piemontese ha confermato il proprio impegno nel contesto italiano, investendo durante l’esercizio 24,6 milioni di euro in beni materiali che, osservando gli ultimi nove esercizi, attestano gli investimenti realizzati sul territorio nazionale ampiamente oltre i 900 milioni di euro.

L’esercizio, spiega in una nota Ferrero Spa, è stato caratterizzato da un processo di riorganizzazione, «con il quale sono state costituite quattro nuove entità giuridiche cui attribuire ruoli specifici nel presidio del contesto italiano e nella gestione del business, al fine di allineare l’assetto societario e i rapporti infragruppo al modello di Gruppo e, nel contempo, conseguire una più efficace lettura dei risultati economici e una migliore efficienza operativa nel medio termine».

I posti di lavoro

L’operazione ha comportato, in particolare, il trasferimento a «Ferrero Commerciali Italia Srl» e «Ferrero Industriale Italia Srl» di tutte le attività e i rapporti giuridici, economici e patrimoniali afferenti i rami d’azienda conferiti. Questa discontinuità dell’assetto societario e lo sfasamento temporale con il quale si è realizzata nel corso dell’anno fiscale, «non permette un confronto con i dati di bilancio dello scorso anno» conclude l’azienda.

Nonostante la difficoltà nella comparazione dei dati da Alba emerge molta soddisfazione per aver mantenuto i livello occupazionale: «Sul fronte del lavoro, in particolare, l’organico puntuale dell’esercizio, aggregando il dato della Ferrero a quello delle società neocostituite, risulta cresciuto di 166 risorse rispetto all’esercizio precedente. Diamo priorità alle nostre risorse umane e non da oggi».

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