Il regalo di Natale è arrivato agli allevatori: il «vitellone piemontese della coscia» ha ottenuto il riconoscimento di Igp, Indicazione geografica protetta. E’ del 23 dicembre la pubblicazione della domanda di registrazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.

Atteso da anni

«Possiamo finalmente celebrare un evento atteso da anni – evidenzia Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti - i nostri allevatori hanno da sempre sentito la necessità di una denominazione, sia per la radicata tradizione tramandata di generazione in generazione, sia per l’effettiva consistenza economica di questo settore. Non dimentichiamo che, nella provincia di Asti, il valore della produzione derivato dall’allevamento della razza bovina piemontese è secondo solo al vino».

Viene così tutelato un patrimonio unico del Made in Italy dal punto di vista della biodiversità, dell’ambiente e dell’economia. «Nell’Astigiano si contano ancora 400 allevamenti bovini di razza piemontese, per un totale di oltre 20 mila capi – spiega Franco Serra, presidente della sezione astigiana dell’Arap, Associazione regionale allevatori - Sicuramente l’Igp andrà a vantaggio di tutta la razza e beneficerà anche tutto l’indotto, dalle macellerie al turismo gastronomico».

Libro genealogico

Nel documento si parla in particolare carni ottenute dalla macellazione di bovini maschi e femmine di razza Piemontese iscritti al relativo libro genealogico o figli di genitori entrambi iscritti al libro, di età superiore a 12 mesi, allevati e ingrassati, dallo svezzamento alla macellazione nella zona di produzione che riguarda le province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino e alcuni comuni delle provincie di Biella, Novara e Vercelli, Savona e Imperia.

«La carne sarà riconoscibile – conclude la Coldiretti - dall’etichetta che contiene la denominazione Vitelloni piemontesi della coscia, il logo della denominazione, la dicitura Igp e il simbolo dell’Unione europea». In etichetta dovrà essere riportata la denominazione di vendita «bovino adulto» prevista dalla normativa nazionale vigente. «Il modo migliore per confermare la qualità della nostra carne e difenderla dall’invasione di quella straniera - dice l’eurodeputato Alberto Cirio, componente della Commissione agricoltura al Parlamento Ue, che da due anni ha seguito l’iter di assegnazione della certificazione - Se entro tre mesi nessuno si opporrà al provvedimento, l’iscrizione tra gli alimenti Igp sarà definitiva».

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