La Banca centrale europea, come previsto, ha esteso fino alla fine del prossimo anno, "o oltre se necessario", il suo programma di quantitative easing dall'attuale scadenza di marzo 2017, visto che finora ha mancato il mandato di riportare l'inflazione poco sotto il 2%, e da aprile diminuirà l'ammontare degli acquisti da 80 a 60 miliardi di euro.
Detto questo però, se, nel frattempo, l'outlook dovesse diventare meno favorevole o se le condizioni finanziarie dovessero diventare incompatibili con il trend di miglioramento dell'indice dei prezzi al consumo, il consiglio direttivo intende potenziare il programma in termini di dimensioni e/o durata. per ora ha solo deciso di cambiare alcuni dei parametri del Qe che saranno comunicati nella conferenza stampa di oggi del presidente, Mario Draghi, alle 14:30.
Mentre i tassi di interesse restano inchiodati a zero. La Bce ha, infatti, confermato il livello del principale tasso di rifinanziamento e ha mantenuto a -0,40% il tasso sui depositi e allo 0,25% il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali. Il consiglio direttivo continua ad attendersi che i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su un livello pari o inferiore a quello attuale per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l'orizzonte degli acquisti netti di attività.
Dopo la decisione della Bce di prorogare il Qe, peraltro ormai scontata dai mercati, l'indice Ftse Mib di Piazza Affari ha accelerato al rialzo (+0,83% a 18.221 punti). Più contenuto il rialzo di Francoforte (+0,50%), Parigi (+0,23%) e Londra (+0,25%). Le decisioni annunciate oggi sono abbastanza in linea con le attese degli economisti che scommettevano su una proroga di 6 o 9 mesi e non escludevano un ridimensionamento del Qe.
"Il fattore positivo è l'atteggiamento accomodante della Bce e per questo i mercati hanno accelerato al rialzo. Il Qe continuerà a un ritmo sostenuto. Bene anche il cambiamento dei parametri del Qe: attendiamo la conferenza stampa per ulteriori dettagli", ha dichiarato a caldo Stefano Gianti, analista di Swissquote, all'agenzia MF-Dowjones.
L'euro si è rafforzato sul dollaro fino a superare la soglia di 1,08 (1,0877), ma poi è sceso a 1,06485 dollari. Invece lo spread Btp/bund si è allargato a quota 161 punti base con il rendimento del decennale italiano che si è riportato al 2%. L'obbligazionario italiano ha comunque digerito relativamente bene il taglio dell'outlook sull'Italia da stabile a negativo operato ieri sera da Moody's che tra le ragioni ha citato i timori sul fronte di riforme, debito e deficit acuitisi dopo la vittoria del no al referendum.
La tonicità riscontrata sul mercato in questi giorni, nonostante la crisi di governo, è frutto, secondo gli operatori, ancora una volta delle ricoperture scattate dopo le massicce vendite che hanno preceduto il referendum. Dopo le dimissioni di Renzi, ufficializzate ieri sera, nel pomeriggio prenderanno il via le consultazioni che si protrarranno fino a sabato. Alla direzione Pd, il premier uscente ha detto che il partito non ha paura di elezioni anticipate e che per evitarle occorre un governo di responsabilità nazionale con tutti gli altri partiti.