Si usavano negli Anni 80, armati di gettone. E a volte si aspettava pure in coda. Le cabine telefoniche, arredo urbano in via di estinzione, oggi possono avere una seconda vita. Vercelli ci prova, ne sceglie 7 in diversi angoli della città e le affida ai creativi. Altroché cornetta e selettore, nelle nuova cabine si fa musica, si scattano fotografie, si possono persino scambiare i libri. Non a caso. Il progetto, che si chiama «Segnale libero», è dell’associazione Libriamoci a Vercelli. Tutto parte dalla dismissione delle cabine di Telecom.

Il Comune propone a «Libriamoci» di utilizzarne sette per creare al loro interno dei punti di Scambialibro, una versione ridotta dell’evento che l’associazione organizza da anni. «Libriamoci» accetta e rilancia: utilizzare una cabina per lo Scambialibri e invadere le restanti con installazioni e happening artistici. Ad ispirare i creativi, per ora tutti vercellesi, il finale di Martin Eden di Jack London. Una frase che parla di colore e di luce, ma anche di tenebre. E’ stata declinata in musica, nella cabina n. 1, con il duo composto da Francesco Cilione (tromba e flicorno) e Marco Giva (sound designer).

Una passeggiata di pochi minuti ed ecco la cabina dedicata alla street art e affidata al writer SirTwo, Cristiano Luparia. Che ha scelto di concentrarsi sulle tenebre, rivestendo l’interno con pannelli scurissimi dove è però possibile intravedere una scala che sale verso una fonte luminosa. Colori e luce sono invece i protagonisti dell’installazione di Caterina Del Nero: «Piccoli omini colorati che salgono, scendono, o stanno fermi. Tutti sono invitati a contribuire - spiega -: di che colori sei, sali o scendi? Dimmelo e ci sarà un nuovo omino a rappresentarti».

La cabina 4 è dedicata alla fotografia e al progetto «La vasca» di Cristiana Folin Massarini, che da tempo utilizza come set per i suoi ritratti la vasca da bagno della sua casa: «Sarà possibile farsi fotografare all’interno della cabina, tappezzata da alcune fotografie del progetto che vuole richiamare lo spazio di una doccia». Spazio alla sperimentazione nella cabina successiva, dove Fiorenzo Rosso ha allestito la sua «Cabina obscura», rivestita di carta sensibile in modo da riprodurre un antico procedimento fotografico: lentamente, il negativo inserito tra il vetro della cabina e un pannello di polistirolo si svilupperà grazie alla luce del sole. La cabina che più piacerà ai bambini è dedicata al fumetto ed Emanuele Baccinelli, illustratore di Topolino, attraverso i suoi disegni ha reso un colorato omaggio alla gioia della scoperta e dell’avventura. Del progetto fa poi parte una settima cabina, davanti all’ospedale, dedicata allo Scambialibri.

Le cabine resteranno allestite un paio di mesi, con incursioni continue degli artisti. Particolarità non trascurabile, saranno del tutto incustodite. «È una sorta di test sul livello di civiltà della città - spiegano gli organizzatori -. E ogni settimana comunicheremo il bollettino sul loro “stato di salute”».

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