Lilla. Dopo l’Islanda, ecco il Galles. I Dragoni hanno firmato una nuova impresa all’Europeo eliminando ieri sera il Belgio, una delle favorite per il successo finale. E’ stata una serata indimenticabile per la nazionale di Bale. Al fischio finale i giocatori sono prima andati sotto il settore occupato dai loro sostenitori, per l’ormai consueto “clapping”. Quindi sono rimasti in campo ancora una mezz’oretta, per gustarsi una serata memorabile. Hanno fatto entrare sul terreno di gioco i loro figli, che si sono messi a giocare a pallone, mentre i papà/giocatori osservavano la scena divertiti. C’è stato anche tempo per un supplemento di inno, visto che gli altoparlanti dello stadio hanno concesso un bis di “Hen Wlad Fy Nhadau”, la Vecchia terra dei miei padri.

Il tecnico Coleman fa i complimenti ai suoi giocatori: «Sono stati uniti e compatti, ci siamo difesi come dei veri soldati. Quando sono arrivato, quattro anni fa, eravamo distantissimi dal risultato di questa sera. Abbiamo tutti lavorato male. Mi spiace per Davies e Ramsey che saranno squalificati contro il Portogallo, sono due assenze pesanti, anche a livello morale, si meritavano di giocare questa partita. Ma tutti quanti dobbiamo essere fieri di loro. Essere passati in svantaggio subito a inizio partita era lo scenario peggiore. Rischiavamo di farci “uccidere” dal Belgio, dai contropiedi di Hazard. Invece non ci siamo persi, siamo rimasti fedeli al nostro piano di gioco, abbiamo iniziato a fare possesso palla con sicurezza. La nostra fase difensiva è stata eccezionale e poi, via, siamo partiti. La vittoria è giusta». E ora, il Portogallo: «E’ tutto nuovo per noi. Per vivere una simile atmosfera bisogna tornare al Mondiale del 1958. Dobbiamo restare fedeli ai nostri valori, ci sono tre milioni di gallesi che stanno facendo festa. La mia squadra è all’altezza di questa sfida con il Portogallo». Il Galles ha segnato dieci gol, prima squadra dell’Europeo a andare in doppia cifra: «Un motivo in più per essere fiduciosi in vista della prossima partita».

Robson-Kanu è stato uno dei protagonisti della serata, segnando la rete del 2-1, la seconda per lui all’Europeo: «Sono anni che ci stiamo preparando a questo appuntamenti, abbiamo reso la Nazione fiera di noi. Eravamo considerati degli outsider, ma noi sapevamo di avere delle qualità. Ora dobbiamo subito ricalarci nella realtà ci aspetta una semifinale».

Grande delusione per il Belgio, si parla già di dimissioni del tecnico Wilmots, anche se lui prende tempo: «Non sono decisioni da prendere a caldo, tutto è possibile ma in questo momento non ci penso… Dopo un buon inizio di partita siamo arretrati di 15 metri, ma io non posso compensare l’inesperienza della nostra difesa e anche il nostro centrocampo è andato in difficoltà. Abbiamo perso tutti e due i terzini sinistri, uno Vertonghen proprio prima di questa partita. Poi dopo il loro pareggio è subentrata la paura che ha giocato un ruolo importante. Le responsabilità sono le miei, anche se non si può costruire una difesa in una partita. Nella ripresa ho inserito Fellaini, perché mi serviva qualcuno che recuperasse palloni. E forse c’era anche un rigore a nostro favore (per un’entrata su Nainggolan). Da questa sconfitta i miei giocatori escono più forti, gli servirà per il futuro».

Così Witsel: «E’ una grande disillusione. Siamo tutti abbattuti. Non possiamo ancora credere di dovere tornare a casa. Ci siamo fatti sorprendere sul calcio d’angolo e poi gli abbiamo lasciato un po’ troppo la possibilità di fare gioco. E nel secondo tempo abbiamo incassato il 2-1 proprio nel momento in cui stavamo producendo il massimo sforzo. E’ stata un’altra botta in testa. Wilmots? Non devo essere io a parlare del futuro del tecnico. Ci prendiamo le responsabilità di questa sconfitta che fa ancora più male di quella contro l’Argentina al Mondiale, perché stavamo siamo passati in vantaggio».

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