L’azione penale è «inammissibile» in quanto il suo stato di salute non gli consente in modo duraturo di sostenere un processo. Inoltre non è stato possibile dimostrare concretamente il suo ruolo nel reato che gli viene contestato. Con queste motivazioni la procura di Stoccarda ha archiviato le indagini contro Wilhelm Kusterer, il 94enne che era stato condannato all’ergastolo in Italia nel 2008 per l’eccidio di Marzabotto e l’anno scorso aveva ricevuto da una città tedesca una medaglia al merito, che aveva poi riconsegnato sull’onda delle polemiche.

Polemiche riemerse ora di fronte alla chiusura del procedimento, che era stato aperto dalla procura di Stoccarda il 24 luglio del 2013 con l’ipotesi di reato di omicidio. È una notizia «molto grave», ha spiegato il parlamentare del Pd ed ex sindaco di Marzabotto Andrea De Maria, che sta lavorando con altri deputati a un’iniziativa istituzionale, da presentare nei prossimi giorni, relativa all’esecuzione in Germania e in altri Paesi delle sentenze dei tribunali militari italiani sulle stragi nazifasciste. Il presidente del gruppo Pd alla Regione Emilia Romagna, Stefano Caliandro, spiega che oggi, come a marzo, il sentimento è di «sconcerto e indignazione profonda». A marzo era emersa la notizia che la città di Engelsbrand, nel Sud-Ovest della Germania, aveva assegnato l’anno scorso a Kusterer una medaglia per il suo impegno in diverse associazioni musicali, ginniche e di canto. Un riconoscimento dal «carattere simbolico», aveva spiegato allora a La Stampa il sindaco Bastian Rosenau, secondo il quale il consiglio comunale non era al corrente del suo passato all’epoca della consegna. La medaglia era stata riconsegnata dallo stesso Kusterer a metà marzo.

Ora l’ennesima delusione per i parenti delle vittime. Secondo una nota della procura di Stoccarda, una perizia medica richiesta dalla stessa procura giunge alla conclusione che Kusterer, che ha bisogno di continua assistenza, non è in grado, a causa del suo stato di salute, di rappresentare a dovere i suoi interessi, di difendersi e di rilasciare dichiarazioni in sede processuale. Indipendentemente da ciò non è possibile attribuirgli, in qualità di colpevole, complice o partecipante, tutti o almeno una parte degli omicidi di cui la 16esima divisione granatieri corazzati “Reichsführer SS” si rese responsabile nell’autunno del 1944 in Italia. La sola appartenenza a un’unità nel periodo considerato, che è bastata ai giudici italiani per il loro verdetto di colpevolezza, nell’ordinamento tedesco non è sufficiente per giungere a una condanna, ricorda la procura. Si tratta della stessa motivazione con cui la procura di Monaco I archiviò nel 2009 un procedimento simile che vedeva coinvolto tra gli altri lo stesso Kusterer.

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