Ormai è la regola: dietro alle missioni estere di Mattarella si nasconde sempre qualche finalità concreta. Nei primi mesi il presidente aveva girato in lungo e in largo nei Balcani per mettere in guardia rispetto alle possibili ondate migratorie (forse non gli hanno dato retta abbastanza). Quindi il Capo dello Stato si era spinto nell’estremo Oriente, tra Vietnam e Indonesia, per promuovere senza falsi pudori le nostre imprese laggiù. E adesso, nella spedizione americana incominciata lunedì con la visita alla Casa Bianca, Mattarella si sta spendendo per garantire all’Italia un seggio nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il luogo dove sulla carta vengono prese decisioni a nome dell’intero pianeta.

Sappiamo tutti che non è più così, e forse non lo è mai stato. Tra l’altro nel Consiglio di sicurezza contano per davvero solo i 5 membri permanenti provvisti del potere di veto, laddove l’Italia concorre per uno scranno provvisorio, che occuperebbe nel biennio 2017-18. A questo titolo semi-precario, il nostro paese è già stato altre sei volte nel Consiglio di sicurezza, dunque un successo della nostra candidatura lanciata nel 2009 dal governo Berlusconi nemmeno passerebbe alla storia...

Eppure la nostra diplomazia ci tiene parecchio, e Renzi considera la battaglia dell’Onu decisiva per pesare di più. E se ne comprende la ragione: l’Italia è perennemente in lotta per conquistarsi, come si sarebbe detto in altri tempi, un posto al sole. Combattiamo per restare nel club delle potenze più industrializzate, che per il momento è ancora il G8. E stiamo cercando di non farci sbattere fuori dal salotto buono dell’Europa che conta. Se per avventura a fine giugno l’Assemblea generale dell’Onu dovesse preferire all’Italia un altro candidato europeo (la Svezia, che di proiezione internazionale ne ha molto poca, oppure l’Olanda), sarebbe politicamente uno smacco e la prova di un grave declassamento.

Ecco perché Mattarella vedrà il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, e ieri sera ha incontrato in un ricevimento un folto gruppo di rappresentanti Onu. Ha fatto pesare che siamo l’ottavo contributore delle Nazioni Unite e che ben mille soldati italiani partecipano alle missioni dei «caschi blu», per non parlare di tutti gli altri impegni umanitari di cui l’Italia si fa carico. Mancano pochi voti, a quanto pare, per raggiungere i due terzi. Altrimenti, ballottaggio con Olanda e Svezia proprio negli stessi giorni del campionato europeo di calcio: come dire, ai calci di rigore.

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