«L’Italia ha compiuto oltre 14 mila rimpatri di persone che non avevano diritto all’asilo nel 2015 e ha partecipato a 11 voli Frontex congiunti di richiedenti asilo respinti», ma «questo resta insufficiente nel contesto di oltre 160 mila arrivi» in tutto l’anno scorso. Così il rapporto della Commissione Ue sul nostro Paese in cui si sottolinea che, se le strutture di ricezione sono «già ampiamente sufficienti» per i richiedenti asilo da ricollocare, sono invece «evidenti le gravi carenze» di sistemazioni pre-rimpatri con solo 420 posti.

Inoltre, «nonostante l’Italia abbia iniziato i ricollocamenti alcune settimane prima rispetto alla Grecia, questi sono ancora molto indietro rispetto» all’obiettivo dei 39.600 rifugiati in due anni. Finora sono stati ricollocati solo 279 migranti dall’Italia, con 200 richieste pendenti rimaste senza risposta. «Il basso tasso» di ricollocamenti, però, «è anche largamente dovuto ai limitati arrivi di migranti» con i requisiti per beneficiarne.

La Commissione Ue spiega poi che la procedura d’infrazione aperta contro l’Italia resterà in vigore fino a quando i controlli non saranno efficienti al 100 per cento lungo tutte le frontiere.

Nei due soli hotspot operativi in Italia, a Lampedusa e Pozzallo, la registrazione delle impronte digitali dei migranti «ha raggiunto un tasso del 100% per gli sbarchi più recenti», con un progresso dal 36% di settembre all’87% di gennaio. Ma ancora non basta. «Una volta pienamente operativi», si legge nel rapporto della Commissione, «ci si aspetta che gli hotspot in Italia abbiano una capacità di registrazione di impronte di 2.160 migranti al giorno, ben al di sopra della media di arrivi di gennaio».

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