Arrivano notizie contraddittorie, ma in prevalenza positive, dal fronte dei consumi, che Confcommercio sintetizza così: ad agosto un calo dello 0,3% rispetto a luglio (quindi una battuta di arresto) però c’è stata una crescita del 2% tendenziale, cioè rispetto all’agosto di un anno fa. Fra i due dati sembra più interessante quello sui dodici mesi. L’associazione dei commercianti commenta che «il dato congiunturale, seppure negativo, non sembra rappresentare un’interruzione nel processo di recupero dei livelli di consumo messo in atto dalle famiglie a partire dalla fine del 2014». Il ridimensionamento di agosto è infatti influenzato da alcuni elementi occasionali.

La crescita tendenziale del 2%, tra le più positive degli ultimi cinque anni, deriva dall’andamento positivo sia della domanda di beni (+2,2%) che di servizi (+1,5%). Rispetto allo stesso mese dello scorso anno le variazioni positive più significative hanno riguardato i beni e servizi per la mobilità (+8,0%) e i beni e i servizi per le comunicazioni (+3,8%). Più contenuto è stato l’incremento, su base annua, per gli alberghi, i pasti e i consumi fuori casa (+2,2%) e per i beni e i servizi per la casa (+1,1%).

Le associazioni Federconsumatori e Adusbef commentano che il +2% diffuso da Confcommercio «stona decisamente con la situazione delle famiglie e dell’intera economia». Le due organizzazioni affermano che le famiglie italiane sono state costrette a fare negli ultimi anni l’equivalente di una spending review non voluta, tagliando i consumi: «Dal 2008 ad oggi la spending review delle famiglie ha raggiunto la cifra complessiva di 3.142 euro, toccando settori fondamentali quali alimentazione e salute». In particolare - scrivono le associazioni dei consumatori - la riduzione è stata di 610 euro nell’alimentazione (-11%), 642 euro nella salute (-28,8%), 672 euro in abbigliamento e calzature (-26,8%), 462 euro in arredamento ed elettrodomestici (-20,1%), 326 euro in cultura e tempo libero (-14,3%).

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