Al fascino del facile allarmismo non è sensibile solo Matteo Salvini: anche il Movimento 5 Stelle ieri ha cavalcato l’onda della bufala della tassa sui climatizzatori, con due post pubblicati rispettivamente giovedì e venerdì sul blog di Beppe Grillo, dal titolo “Tassa sul caldo; una sberla da 200 euro!” e “La tassa sul caldo c’è: 180 euro a famiglia”.

Come spiegato su La Stampa, e già chiarito un mese fa da Altroconsumo, la fantomatica tassa sui climatizzatori non esiste. O almeno non nelle modalità raccontate da Lega Nord e M5S. I grillini parlano «di una vera e propria batosta da almeno 200 euro» che «mette in ginocchio i nostri portafogli» ma quella cui si fa riferimento è una direttiva europea che introduce un libretto e un bollo per i condizionatori con potenza uguale o superiore i 12 Kw, cioè in grado di raffreddare ambienti di 160mq. Non esattamente le dimensioni di una stanza in una casa normale. Non è vero, quindi, che è in arrivo una «sberla da 200 euro» per le famiglie italiane.

Questo i grillini lo sanno bene, tant’è che in fondo al post di denuncia inseriscono due righe con questa fondamentale precisazione. Peccato, però, che prima campeggi la scritta, più evidente, «È proprio il caso si dire: RUBARE AI POVERI, PER DARE AI RICCHI!». E c’è da chiedersi quanti poveri abbiano case con stanze di 160mq.

Distrazione? Forse è il caso di parlare di voluta disinformazione, soprattutto perché, come la Lega Nord, anche il Movimento 5 Stelle ha votato a favore della direttiva europea e dovrebbe sapere almeno di cosa si tratta.

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