Che Luca Olivetti, barbuto avvocato torinese con simpatie di centro destra e parlantina tagliente, fosse un provocatore lo si sapeva da tempo. Dentro e fuori dal palazzo di Giustizia. Ma che fosse pronto lanciarsi a gamba tesa nell’agone politico, in vista delle Amministrative del prossimo anno, quasi nessuno lo sospettava. Vuoi perché l’incarico di responsabile giustizia per Forza Italia in Piemonte non è una carica così nota, vuoi perché la campagna elettorale per la guida di Torino sembra ancora molto lontana. Eppure Olivetti ieri è partito all’attacco, facendo sistemare in città una decina di giganteschi cartelloni pubblicitari nei quali, in due frasi, e senza messi termini, spiega cosa pensa lui, fondatore a gennaio del movimento «Un sogno per Torino», del tema immigrazione. La prima, nei toni e nelle parole è una formula già sentita almeno un milione di volte quando si affronta l’argomento: «Benvenuto a Torino se intendi rispettare la nostra legge, la nostra cultura, e la nostra storia».

Ma è nella seconda che viene fuori l’animo dell’Olivetti provocatore «Se sei venuto per delinquere, o per imporre la legge della Shari’a…faremo l’impossibile per cacciarti». Vie di mezzo? Zero assoluto. Anche perché, dopo un paio di minuti, il cartello si modifica e le stesse frasi appaiono scritte in arabo. Anzi, per la precisione, dovrebbero apparire in lingua araba. Ieri, infatti, il sistema non ha funzionato, lasciando l’immagine fissa sulle frasi in italiano. L’avvocato, alle sei del pomeriggio, gongola per la quantità di condivisioni e rimandi che ha ottenuto sui sociali («Segno che abbiamo centrato l’obiettivo, abbiamo finalmente detto le cose che dice la gente normale») ma brontola perché le frasi in arabo non ci sono. Oppure non si vedono. E parla di problema di carattere tecnico, spiegando che: «Arabo o non arabo il concetto non cambia di una virgola e il messaggio lo capiscono benissimo tanto gli italiani quanto gli stranieri». E pare lo abbia condiviso anche chi ha materialmente stampato i manifesti, tanto che - parole di Olivetti - li avrebbe realizzati gratis: «per la causa».

Che le opinioni espresse in modo così vistoso - per usare un eufemismo - da Luca Olivetti raccontino che cosa pensa il centro destra torinese del tema immigrazione, è tutto da dimostrare. L’unica cosa certa è che l’avvocato gode delle simpatie di Gilberto Pichetto, che forse non lo vedrebbe così male alla guida di una coalizione che raccolga tutte le forze di centro destra. Per ora, però, nessuno si bilancia. Ma la sparata a sorpresa del professionista in toga è diventata oggetto di chiacchiere e dibattito, dentro e fuori dai palazzi della giustizia e della politica.

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