Rischiava di essere archiviato come un caso irrisolto. Le premesse erano davvero pessime: la vittima rimasta cieca, e quindi impossibilitata a identificare il presunto aggressore, e una scena del crimine altamente contaminata come solo una palestra può essere. Invece, dopo un anno e quattro mesi di indagini, Ardian Merkuri, 45 anni, albanese, è finito in carcere, per aver rubato nella palestra American Club, e barbaramente aggredito un cliente che l’aveva sorpreso. L’hanno arrestato i carabinieri del reparto operativo, diretti dal maggiore Giuseppe Di Fonzo. Fondamentali i rilievi e le indagini nelle prime 24 ore dopo la rapina, come ha chiarito il maggiore Giuseppe Bertoli del nucleo investigativo. E l’aiuto del Ris di Parma, che ha analizzato il Dna di una decina di atleti.

Il colpo a febbraio 2014

Il colpo risale al 20 febbraio del 2014: Mauro Papiri, infermiere in pensione di 66 anni, era entrato nella palestra di via Francesco da Baxilio (aveva le chiavi perché dava una mano per piccoli lavoretti al proprietario, di cui era amico) intorno alle 5, sorprendendo i ladri intenti a scassinare la macchinetta delle bevande per rubare gli spiccioli. «Erano almeno due» riuscirà a dire ai carabinieri prima di perdere conoscenza ed entrare in coma. Uno di questi infatti, appena lo vide, reagì colpendolo con una spranga di ferro. Una botta talmente forte da fracassargli il cranio. Dopo lunghi giorni di ricovero in Neurochirurgia, l’ex infermiere si è ripreso ma ha perso definitivamente la vista. A soccorrerlo, un’ora dopo l’aggressione, era stato un altro cliente mattutino dell’American Club, che l’aveva trovato in una pozza di sangue e in fin di vita. I carabinieri, arrivati immediatamente, chiusero la palestra e cominciarono le indagini. Riuscirono a recuperare tracce fisiologiche (sangue, sudore, saliva) che poi sono risultate importantissime per risalire a Ardian Merkuri. Un’operazione ad «esclusione»: un po’ come nel caso di Yara Gambirasio, ma in versione ovviamente molto ridotta, il dna del presunto aggressore è stato confrontato con quello di almeno una decina di clienti della palestra.

Esame del Dna sui clienti

Ai referti del Ris si sono aggiunte le «indagini classiche» degli uomini dell’Arma di Alessandria: pedinamenti, appostamenti, confronti. Un lavoro certosino che l’altro giorno ha portato i suoi frutti. Merkuri è stato sorpreso nel Tortonese, giusto in tempo: dalle indagine è emerso infatti che stesse progettando la fuga all’estero. Era irregolare in Italia. Senza fissa dimora. Si appoggiava a case di parenti e amici, ma finora non si era mai allontanato da Tortona, dove stavano anche la moglie e la figlia. I militari l’hanno ammanettato vicino a uno dei suoi «nascondigli», un alloggio dov’era ospite. All’interno, tra l’altro, nel frigo hanno trovato anche salsicce, e quarti di manzo, carne risultata rubata l’8 giugno da una macelleria di Pozzolo Formigaro.

Dopo l’arresto, il carcere

Impeccabile il piano accusatorio, anche per il gip del tribunale di Alessandria che infatti ha convalidato il fermo. Ora Ardian Merkuri è in carcere. Ma le indagini (sempre con l’aiuto delle investigazioni scientifiche) continuano: è caccia al complice.

I commenti dei lettori