«Il cammino ecumenico è per noi una scelta definitiva e non potremmo mai più comprenderci come chiesa di Gesù Cristo al di fuori di una visione di scambio, collaborazione e comunione con la più ampia ecumene cristiana». Il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, inserisce in questo contesto di dialogo la visita di papa Francesco stamane al Tempio valdese di Torino: la prima volta nella storia dei rapporti tra le due chiese che si svolgerà all’insegna della fraternità e dell’ascolto reciproco, assicura il moderatore.

«Quella odierna - dice - è l’occasione per ribadire quanto ci unisce come cristiani, discepoli di Gesù Cristo, ma anche per dire quanto ancora ci divide: non avremo timore di richiamare gli aspetti teologici che ancora segnano le nostre distanze e sulle quali desideriamo fare maggiori progressi». Nella chiesa valdese di Torino, insieme ai membri della comunità locale, presenti numerosi esponenti dell’evangelismo italiano, tra cui rappresentanti metodisti, luterani, battisti, avventisti e dell’Esercito della Salvezza.

Alle 9 il papa è stato accolto all’ingresso della chiesa dal moderatore Bernardini, dal pastore titolare della chiesa di Torino Paolo Ribet, e dal presidente del Concistoro, Sergio Velluto: «Benvenuto, caro fratello Francesco». Al suono del canto latinoamericano «Cada cosa en la vida», eseguito dal coro della comunità «Semicanto», papa Francesco è dunque il primo pontefice a varcare la soglia di un tempio valdese.

Poi i saluti del pastore Ribet e - in rappresentanza dei valdesi del Rio de la Plata - del moderador della Mesa Valdense di Uruguay e Argentina, Oscar Oudri. Dopo i discorsi del moderatore e del Papa c’è stato lo scambio dei doni seguito dal Padre Nostro nella versione ecumenica del 1999. Il saluto di commiato è stato curato della presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia, Alessandra Trotta. Una ventina di esponenti di diverse denominazioni protestanti - pastori, docenti, decani, teologi - si sono infine spostati con il Papa e la sua delegazione nel salone attiguo per un piccolo rinfresco.

Fermo restando che «nel Paese la collaborazione tra protestanti e cattolici è già una realtà», per il moderatore Bernardini «è un evento storico di grande portata ecumenica». Rispetto al contesto in cui avviene la visita papale - e cioè l’ostensione della Sindone che appartiene a una dimensione devozionale apertamente criticata dai protestanti, e l’anniversario di Don Bosco, che nel 1853 fu avverso all’apertura proprio del tempio di Torino - spiega che «la concomitanza è di natura puramente logistica: avevamo invitato il Papa a venirci a trovare, lui ha pensato che questa potesse essere l’opportunità, e noi l’abbiamo accolta».

I valdesi, presenti nel paese fin dal Medioevo, hanno sofferto secoli di persecuzione dai poteri civili e religiosi. Dal XVI alla metà del XIX secolo la loro predicazione era consentita solo in una zona ben delimitata, le «Valli valdesi» del Piemonte, che per secoli costituirono un vero e proprio ghetto. Il papa entrerà domani nel più antico tempio costruito al di fuori dal ghetto delle «Valli», pochi anni dopo la concessione dei diritti civili ai valdesi da parte del Re Carlo Alberto nel 1848.

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