Lerma ha 870 abitanti, due ponti danneggiati dalle alluvioni autunnali che ancora si fatica a sistemare per mancanza di soldi e 53 cani da mantenere che potrebbero costare al Comune (e quindi ai cittadini) 62 mila euro l’anno. Un salasso di cui il piccolo centro vicino a Ovada, nell’Alessandrino, avrebbe fatto volentieri a meno ma che è piovuto come una tegola sulla testa del sindaco Bruno Aloisio pochi giorni fa, colpo di coda di una vicenda che da queste parti tiene banco dal 2008.

La vicenda risale al 2008

Allora un blitz del Nas, dei veterinari dell’Asl e dei volontari dell’Enpa portò alla luce la situazione limite di una cascina di località Manuale Superiore, rudere sulle alture boscose del paese. Qui una donna ospitava in condizioni giudicate proibitive un’ottantina di cani, che occupavano ogni stanza e si erano moltiplicati in barba alle ordinanze comunali che imponevano alla «pasionaria» degli amici a quattro zampe la sterilizzazione delle femmine.

Alcuni erano risultati malnutriti, altri malati, altri aggressivi. Gli animali erano stati sequestrati e smistati in varie strutture in tutta la provincia mentre per la donna s’era aperta una lunga vicenda giudiziaria, con anche risvolti penali.

L’ultimo capitolo

Nel febbraio scorso l’ultimo capitolo, con il pronunciamento della Corte d’Appello di Torino che ha trasformato il semplice sequestro degli animali in confisca. Così, se durante l’iter processuale era stato il ministero della Giustizia a farsi carico del mantenimento dei cani (nel frattempo scesi da un’ottantina a 53, per l’adozione e la morte di alcuni capi), ora la palla è passata al nuovo proprietario: per legge, il Comune. Dove la notizia è arrivata un paio di settimane fa, togliendo il sonno al sindaco. «I conti sono presto fatti: parliamo di più di 50 cani, al costo di 3 euro al giorno più Iva, a cui si sommano anche le spese mediche. Siamo intorno a 62 mila euro l’anno, 5.200 euro al mese - spiega Aloisio, con il vice Amedeo Mori -. Faccio fatica a trovare i soldi per rifare un ponte danneggiato dall’alluvione, che ancora traballa ed è chiuso da mesi, e ora mi tocca sborsare una cifra che mi coprirebbe metà della ristrutturazione? Non ci sto».

Lettera al Prefetto

E così ha preso carta e penna e ha scritto al prefetto di Alessandria, Romilda Tafuri, e ai ministeri di Giustizia e Salute: «Se non si troverà una soluzione che ci eviti di pagare, sono pronto a riconsegnare la fascia». Tutta Lerma, in queste ore, è con lui nella battaglia. «Amiamo gli animali ma 62 mila euro per dei cani, quando non abbiamo risorse per lavori urgenti e ci sono famiglie in difficoltà, sono insostenibili. E poi, la responsabilità di quanto è successo è di chi quei cani li ha radunati e allevati. Perché ora ricade su tutti?» dicono in paese.

«Comprendiamo le difficoltà - dicono dallo staff del prefetto Tafuri - e stiamo lavorando sodo per trovare una soluzione che dia ai cani una sistemazione dignitosa ed eviti al Comune una spesa simile. Abbiamo inviato richieste ad associazioni nazionali. Aspettiamo le risposte».

Intanto, proprio l’intervento della prefettura ha consentito di trovare una collocazione alternativa in alcuni canili pubblici a 14 cani mentre a un paio è stato lo stesso Aloisio a trovare casa. Ma restano gli altri e ogni giorno che passa il conto diventa più salato.

I commenti dei lettori