Una «coppia diabolica». Pericolosa «più dei mafiosi». I due, insieme al presunto complice Andrea Magnani, «sono dei serial killer». È quanto scrive il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Gennari nell’ordinanza emessa su richiesta del pm Marcello Musso nei confronti della studentessa Martina Levato, del broker Alexander Boettcher. Ai tre è contestato il reato di associazione per delinquere. «Chi scrive - ha spiegato il gip - ha avuto a che fare con delinquenti di ogni livello e categoria. Mafiosi, ’ndranghetisti, rapinatori a mano armata, terroristi pronti a uccidere (...) Ebbene, mai si è avvertita una percezione di così intenso pericolo».

L’aggressione allo studente

Tutto è cominciato lo scorso dicembre quando la coppia è finita in carcere per aver aggredito con l’acido lo studente Pietro Barbarini. Ma, secondo il gip, l’associazione criminale era ben collaudata tanto da dover essere considerata peggiore di «mafiosi, ’ndranghetisti e rapinatori seriali: mai - scrive il giudice Gennari - avevo avuto a che fare con un così intenso pericolo».

Sfregiato con l’acido esce dall’ospedale dopo 3 mesi (Andrea Sceresini)

I ruoli della banda

Il gip ricostruisce e descrive i ruoli della coppia. Alexander Boettcher «è colui che inocula in Martina l’idea del pentimento e della purificazione, colui che annuncia che Martina, per mantenere il privilegio della relazione con lui, dovrà fare qualcosa di grave, dovrà andare addirittura in carcere». La studentessa Levato è «vestale del fatuo culto di Boettcher, s’ingegna in ogni modo per rintracciare i suoi obiettivi, recuperandoli dal suo turbolento passato sessuale». Non esitò nemmeno nel maggio 2014 ad accoltellare «a sangue freddo» un altro studente, Antonio Margarito, nel tentativo di evirarlo. Il presunto complice, il bancario Magnani, invece, «è una personalità secondaria, dipendente si vorrebbe dire, ed il suo ruolo è parimenti accessorio». Presta «il suo anonimo veicolo, accompagna i nostri nella varie imprese appoggiando e garantendo la fuga».

La caccia agli ex

E spuntano anche le parole di un testimone: «Alex aveva cominciato a pretendere che lei gli indicasse tutti i nomi dei ragazzi con cui aveva avuto delle storie intendendo anche persone con cui si era scambiata anche un semplice bacio. Mi disse che Alex voleva sapere tutto di lei e secondo lei era giusto così». Secondo il verbale del testimone, la studentessa «mi aveva sempre pregato di non dire nulla ad Alex delle sue storie, ma lei mi disse che tutto era cambiato e che Alex doveva sapere tutto, che lui era l’uomo della sua vita. Era secondo me un po’ “fusa” - ha aggiunto - eppure non si è mai drogata ma credo che abbia proprio perso la testa. Proprio a Praga (durante una vacanza nella primavera 2014, ndr) si fece tatuare la parola «Alexander» sul seno sinistro e questo lo diffuse poi su Facebook in agosto 2014 unitamente alla immagine della lettera A tatuata sulla guancia destra».

La testimonianza di una ragazza

Per capire il tipo di rapporto morboso che si era creato tra la bocconiana e il broker e che coinvolgeva anche gli ex ragazzi di lei (volgari ed esplicite le chat acquisite agli atti) è rilevante la testimonianza di una ragazza. Lo scorso settembre, infatti, Alexander le avrebbe raccontato «che Martina di lì a breve avrebbe dovuto fare qualcosa di grave che le avrebbe comportato un lungo periodo in carcere per cui io avrei dovuto accettare, per questa ragione, un rapporto a tre». La testimone, inoltre, ha spiegato agli inquirenti che «se il nostro rapporto fosse andato avanti lui mi avrebbe richiesto la lista dei miei ex fidanzati».

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