Ha compiuto tutti i passi necessari e le manca solo il giuramento per avere la cittadinanza ma il sindaco leghista di Cairate, Luigi Mazzucchelli, le ha ribadito che la legge parla chiaro: Rani Pushpa, 56 anni, indiana, «non parla italiano» e quindi, appunto secondo la norma, il giuramento non si può fare. La donna la pensa diversamente e in una lettera ha accusato il sindaco di avere nei suoi confronti un comportamento «altamente discriminatorio» e lo ha avvertito che se la vicenda non dovesse prendere una piega diversa si rivolgerà direttamente al Tribunale, «in sede civile e penale».

La signora ha ricordato che Ministero e Prefettura le hanno già accordato il nullaosta per avere la cittadinanza e che i 6 mesi di tempo per giurare, in Comune e sulla Costituzione, scadranno fra pochi giorni. Mazzucchelli ha spiegato di averla incontrata la settimana scorsa: «Durante il colloquio la figlia traduceva. Ripeto, non parla italiano, e questa è invece una condizione che le regole richiedono. Io sono un pubblico ufficiale e devo far rispettare la legge».

«In più occasioni sono stata sottoposta ad un arbitrario esame della lingua italiana che certamente non compete né al sindaco né agli addetti degli uffici comunali» ha spiegato Rani Pushpa ricordando sia che sta frequentando una scuola di italiano per stranieri proprio per la «volontà di rispettare la normativa vigente» sia di avere tutti i requisiti per poter accedere al giuramento. «Non si capisce - ha scritto - il diniego del sindaco».

«Non c’è stata alcuna discriminazione né da parte mia né da parte del Comune - ha affermato Mazzucchelli, sindaco dal 2011 del paese, che ha circa 8 mila abitanti - L’integrazione passa da una conoscenza almeno sufficiente dell’italiano. Alla signora ho suggerito di frequentare un corso».

Alla regola, però, il sindaco non ha alcuna intenzione di derogare: «Ho segnalato la cosa alla Prefettura - ha sostenuto - e se il prefetto si assume la responsabilità di far giurare una persone che non parla italiano, io la faccio giurare. Ma la legge è un’altra».

La donna si è rivolta comunque ad un avvocato anche perché il termine per chiudere la vicenda sta per scadere. «Che non passi un messaggio discriminatorio - ha scritto a sua volta Mazzucchelli in una lettera -: una persona non può avere solo diritti, ci sono anche i doveri. E per integrarsi sul territorio serve conoscere l’italiano. Qui il problema - ha concluso - è che non possiamo creare dei ghetti dove non si parla la nostra lingua».

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