«Ben svegliato!». Il tono è lo stesso di sempre, ma stavolta Beppe Grillo rinuncia al piglio canzonatorio e si fa interessato, partecipe, quasi suadente. «Ho letto la lettera di Cuperlo a Renzi. Ora in Aula al più presto un disegno di legge M5S sul reddito di cittadinanza».

La missiva è quella inviata dall’ex presidente Pd a Matteo Renzi, nella quale Cuperlo chiede un impegno per realizzare «il reddito di cittadinanza per chi è rimasto indietro o ai margini. Esiste da almeno vent’anni una raccomandazione europea che indica con precisione il diritto al reddito come forma primaria di inclusione sociale. Costruisci un tavolo su questo e apri il confronto anche alle forze di opposizione che potrebbero condividere una scelta di pura civiltà».

Palla alzata e subito schiacciata dai Cinquestelle. Il tema per loro è tra i più sentiti: il reddito di cittadinanza in qualche modo riassume ed esaurisce gran parte della “teoria economica” del Movimento, che si basa essenzialmente su maggiore spesa pubblica e rinegoziazione dei parametri europei.

Una proposta, per la verità, esiste già. L’aveva presentata in Senato Luigi Di Maio a dicembre dello scorso anno: 780 euro mensili a chi ha reddito zero, finanziati in larga parte sforando il 3 per cento del rapporto deficit/Pil. Allora il vicepresidente della Camera aveva chiesto «un ultimo monito» a Giorgio Napolitano per ottenerlo entro l’anno successivo. Richiesta, pare, reiterata al presidente Mattarella nell’incontro di giovedì.

Difficile però che su un impianto del genere si possa calamitare l’attenzione delle altre forze politiche: le coperture restano l’ostacolo maggiore. E allora, nelle prossime ore, tutti a lavoro per cercare una formula che metta in difficoltà il premier, studiata per essere potabile per tanti. Anche per la sinistra Pd.

@unodelosBuendia

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