Davanti a un folto pubblico si è aperto (sabato 21 febbraio) il convegno “Barbarissimi Barbari”, nello Spazio incontri di via Roma, a Cuneo, organizzato dal Fai. Un incontro per presentare al pubblico un tesoro che in parte riscrive la storia del basso Piemonte: la necropoli di frazione Ceriolo rinvenuta durante i lavori per l’autostrada Cuneo-Asti. Con 776 tombe scavate in lunghe file, utilizzate dal 600 dopo Cristo all’ottavo secolo. Le tombe non hanno resti ossei, ma 46 erano di guerrieri (con cinture decorate, pugnali, lunghe spade), poi altre di uomini, bimbi, donne. Sono emersi monili (fibule zoomorfe, orecchini in oro, collane in pasta di vetro), teche, oggetti di uso quotidiano.

“I reperti ritrovati nella necropoli di Sant’Albano nel 2009 sono sufficienti per allestire uno dei più bei musei italiani di storia longobarda. Servirebbe una cornice adeguata per l’importanza e la ricchezza dei materiali”, spiega Rinaldo Comba, già docente di Storia medievale all’università di Milano e presidente della Società di studi storici della provincia di Cuneo. Fra relatori anche Egle Micheletto, responsabile della Soprintendenza regionale per i Beni archeologici.

Servizio su La Stampa di domenica 22 febbraio.

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