Undici militari americani di stanza a Vicenza sono stati messi in isolamento nella caserma Usa `Del Din´ dopo essere rientrati dalla Liberia, uno dei paesi più colpiti dall’Ebola. La notizia è stata confermata dall’ambasciata americana a Roma, la quale ha precisato che il «rischio potenziale di infezione è basso» dal momento che nel paese africano il gruppo di soldati - tra i quali il generale Darryl Williams - «non ha avuto contatto con persone contagiate dal virus». Lo stesso Williams, comandante della base Usa in Africa, contattato dall’Ansa ha rassicurato: «stiamo benissimo. La probabilità che qualcuno di noi abbia contratto il virus di Ebola è quasi zero».

I militari sono stati accolti in Italia dai carabinieri coperti dalle tute di protezione. Nella città veneta intanto è scattato l’allarme, attenuato però in serata dal sindaco, Achille Variati, che ha che ha detto di aver avuto assicurazioni dal Prefetto e dalle autorità militari americane sul fatto che «tutti i militari tornati dall’Africa sono sani. Nessuno di loro presenta i sintomi dell’Ebola».

La caserma “Del Din” è la nuova struttura che il Pentagono ha realizzato a Vicenza - dopo anni di polemiche e manifestazioni dei comitati contrari all’opera - nell’area dell’ex aeroporto Dal Molin. Sempre a Vicenza c’è l’altra sede storica della “Setaf”, la caserma Ederle.

In Liberia il gruppo di soldati si era occupato della costruzione e dell’avvio di infrastrutture sanitarie dedicate a contenere il contagio del virus Ebola. Ora non potranno avere contatti con l’esterno e nemmeno con i familiari per un periodo di 21 giorni; nel frattempo saranno attentamente monitorati. In caso di comparsa di febbre o di altri sintomi collegabili al virus verranno trasferiti in sicurezza in una stanza isolata predisposta all’ospedale di Vicenza, e qui trattati da equipe specializzate. Anche la Regione Veneto, con l’assessore alla sanità, Luca Coletto, si è subito detta disponibile a fornire aiuto sanitario se le autorità americane lo richiederanno.

Il gruppo di militari fa parte di un contingente di 87 persone, destinate ad affrontare l’emergenza Ebola e partite circa 20 giorni fa dalla base di Vicenza per il paese Africano. Il rientro è iniziato proprio oggi (nelle prossime ore ne arriveranno altri 30) e per questo la scorsa settimana il tema era stato al centro di una riunione del Comitato cittadino per l’ordine e la sicurezza pubblica, allargato alla presenza degli ufficiali della base e del sindaco di Vicenza. In quella occasione era stato detto che il personale militare era stato alloggiato in strutture alberghiere in Liberia e aveva avuto un ruolo manageriale con pochi contatti, o nulli, con la popolazione malata. Per questo era stato stabilito un protocollo che prevedeva controlli medici a distanza di 12 ore, ma senza necessità di segregazione fisica all’interno della base.

Oggi invece è maturata una nuova linea, dettata direttamente dal Pentagono, applicata per primo nei confronti del comandante di “Africom”, Darryl Williams. Con lui sono stati messi in quarantena i primi dieci militari arrivati all’aeroporto di Pratica di Mare e trasferiti a Vicenza con un pullman militare. La quarantena nella base americana fa il paio con la chiusura delle frontiere in Australia. «Credo che un paese civile di fronte a un esodo biblico di immigrati ha il dovere e l’obbligo di alzare le barriere”, ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, parlando dell’allarme per i militari Usa in isolamento a Vicenza, ma inserendo il problema Ebola nel tema più generale dell’arrivo di immigrati in Italia.

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