Chi è l’uomo che, domenica, ha cercato di rapire due bambini durante la fiera di Borgaro? Non esiste. Un operaio di  31 anni di Borgaro, che avrebbe addirittura inseguito e preso a pugni il potenziale rapitore di suo figlio, si era inventato tutto. Un genio. L’unica cosa reale di questa assurda vicenda, è che il figlio e un suo amichetto, entrambi di quasi tre anni, affidati a lui, si erano davvero smarriti tra la folla. E l’operaio, forse consigliato da qualcuno, dopo che erano stati eseguiti anche alcuni appelli con un megafono, temendo che il figlio gli venisse tolto per «incauta custodia», ha deciso di inscenare un tentato rapimento. Si fosse limitato a questo. Ha pure cercato di indirizzare le indagini: «È stato uno zingaro, ne sono sicuro». E così sui social network si è scatenata la caccia al mostro, con dei commenti a sfondo razziale davvero spietati. Con qualcuno che tentava di arginare le posizioni più esasperate, anche ricordando quello che successe due anni fa. Una ragazzina, per giustificare la fuga con il fidanzato, aveva raccontato di essere stata violentata da un gruppo di rom stanziati alla Continassa, tra Venaria e Torino. Risultato? Gli abitanti della zona assaltarono il vicino campo nomadi dandogli fuoco. Ora è stato denunciato per procurato allarme, abbandono di minore, simulazione di reato e calunnia.

 

Il primo dubbio

Il primo dubbio agli investigatori è sorto quando il giovane padre, in caserma, dopo avere visionato decine di fotografie segnaletiche di pregiudicati, ne ha scelto uno: «È questo qua. Si si è lui». Agli investigatori, coordinati dal capitano Roberto Capriolo, si è detto sicuro al novanta per cento. Peccato che la faccia tirata a sorte tra tante, fosse di una persona rinchiusa in carcere. Intanto, in mattinata, l’uomo aveva concesso interviste a diverse televisioni, si era prestato ai cronisti insieme alla moglie che, secondo gli inquirenti, sapeva tutto o quasi del castello di menzogne. Davanti ai taccuini si era pure risentito: «Guardi, mi fa arrabbiare che ci sia qualcuno che pensi mi sia inventato tutto». E poi vai con il solito racconto: «Meno male che me ne sono accorto. L’ho inseguito, gli ho dato due pugni, mi sono ripreso mio figlio. Uno spavento che non auguro a nessuno». Di più. L’operaio, nella collutazione con il fantomatico rapitore, avrebbe pure riportato lo schiacciamento di due tendini al braccio destro. E, così, Borgaro si è riempita di troupe televisive. E gli agenti della Questura hanno anche eseguito un sopralluogo all’interno del campo nomadi di Strada Aeroporto. Forse in cerca di quella Renault 19 grigia sulla quale era saltato per fuggire «quello zingaro».

 

La svolta

Nelle indagini la svolta è arrivata nel pomeriggio di ieri dopo che i militari del nucleo operativo, sotto il comando dell’esperto luogotenente Diego Mannarelli, hanno terminato di visionare tutti i filmati girati dalle telecamere sistemate proprio nella zona del finto rapimento, via Santa Cristina, via Costituente, via Gramsci, via Roma e altre arterie. Alcune di queste hanno ripreso nitidamente tutta la giornata di fiera. Dell’inseguimento, della scazzottata, e di quella Renault 19 grigia, però, nessuna traccia. Non c’era un fotogramma che supportasse il concitato racconto del padre. I militari, in ore e ore di sequenze filmate, hanno visto solo gente tranquilla che girava tra le bancarelle. Ma, per essere ancora più sicuri, ieri, hanno riportato il genitore in quella zona . E si sono fatti ricostruire la dinamica delle storia. Tutto inventato. In pratica lui non si è accorto che i bambini, impegnati ad assistere ad un concorso di cani, si erano allontanati e persi nel mare di gente. Quando gli investigatori, coordinati dal pm Giuseppe Drammis della procura di Ivrea, lo hanno messo davanti alle prove concrete, lui è crollato: «È vero, mi sono inventato tutto». E così è svanito anche lo spauracchio degli zingari che rubano i bambini. Soprattutto quelli con i capelli biondi e con gli occhi chiari. Tira un sospiro di sollievo anche il sindaco di Borgaro, Claudio Gambino: «Grazie al lavoro investigativo dei carabinieri e al supporto delle telecamere del Comune, che si sono rivelate fondamentali per l’esito delle indagini, si è scoperto che c’è stato nessun tentativo di rapimento nella nostra città».

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