Fuori dall’Eurolega. In soldoni è questo ciò che è emerso dalle due partite giocate dall’EA7 Milano a Tel Aviv, con una sconfitta in gara-4 (86-66) che ha sancito la qualificazione della squadra israeliana alla Final Four (16-18 maggio) che si disputerà al Forum di Assago. Ovvero, la casa dell’EA7. Per questo la delusione è amplificata, ma non per questo bisogna bollare questo risultato come un fallimento.

Bisogna ricordarsi delle difficoltà della squadra nella prima parte di stagione prima che l’arrivo di Hackett sistemasse equilibri e gerarchie, dell’assenza dell’infortunato Alessandro Gentile (che girava a 16.2 punti di media nelle sue ultime 4 gare di Eurolega), del fatto che Keith Langford, il miglior marcatore dell’Eurolega, è rientrato praticamente giusto in tempo per giocarsi questi playoff dopo un infortunio di un mese. Tante cose messe assieme, più lo scellerato finale di gara-1 al Forum e ovviamente la bravura tecnica, tattica ed emotiva del Maccabi, che ha saputo levare ai biancorossi le certezze accumulate negli ultimi mesi.

«Il basket è un gioco di errori, loro ne hanno fatti meno di noi», dice Nicolò Melli, che non ha giocato una serie da ricordare ma dovrà fare tesoro di un’esperienza che gli ha comunque permesso di essere un giocatore chiave di una squadra tra le migliori della stagione. «Secondo me il bilancio rimane positivo», spiega il lungo azzurro, «e spero che sia così per tutti i tifosi dell’Olimpia. È chiaro che perdere così fa male, a un passo dalla Final Four dopo aver ottenuto il vantaggio del campo».

Molto deluso anche Daniel Hackett, che per queste quattro sfide contro il Maccabi ha avuto le mani piene in difesa contro gli esterni avversari (il suo ex compagno pesarese Ricky Hickman e Tyrese Rice), che sono stati determinanti. Ha provato a tenere in vita Milano nel finale, quando dopo tre quarti avanti (56-54 con 28 di Langford) le energie scemavano. «Diamo merito a loro, ma torniamo a casa a testa alta”, dice. “Per molti di noi era il primo playoff in Eurolega, se non addirittura la prima stagione in Eurolega: è bello che lo spogliatoio sia rimasto unito, ora ci aspettano i playoff del campionato».

E Keith Langford, stremato alla fine dopo tre quarti in cui è stato dominante, conferma: «Abbiamo giocato bene in Eurolega ma ora dobbiamo pensare alla Serie A. Il nostro lavoro non è finito. Questa stagione comunque è stata un passo in avanti per la società, chiunque sarà qui nella prossima stagione raccoglierà i frutti di questa esperienza». Chissà se ci sarà anche lui, balzato alle cronache per un passaporto turco in arrivo che potrebbe portarlo via da Milano e garantirgli ancora qualche anno (da europeo) con contratti decisamente importanti. Vedremo.

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